Regia di Carl Rinsch vedi scheda film
AKO, inizi del 1700. Una comunità di samurai viene sciolta per ordine dello Shogun (il governatore e generale supremo del Giappone) istigato dal funzionario Kira. Il capo della comunità, il maestro Asano, che sotto l’effetto di un sortilegio aveva colpito Kira con la spada, viene costretto al seppuku (suicidio rituale). Il suo fedele Oishi viene imprigionato. Mentre Kai, l’ex marinaio soprannominato mezzosangue, ospite della comunità, viene venduto come schiavo e la principessa Mika trattenuta e promessa in sposa al perfido Kira.
Sembra tutto perduto. Un anno dopo però, Oishi, ritenuto ormai innocuo, viene liberato. Costui va alla ricerca del mezzosangue e dopo averlo trovato lo aiuta a fuggire. Insieme cercano altri samurai disposti a combattere contro l’oppressore. In poco tempo riescono a formare un gruppo di 47 uomini, i Ronin (samurai senza padrone), decisi a riconquistare il loro onore, a vendicare la morte del loro Signore e a liberare la principessa Mika.
Un compito arduo, anche perché il nemico possiede un’arma potente: la stregoneria.
Il film è tratto dal fatto storico, diventato leggenda, dei Samurai di Asano (respinti e discriminati) che diedero prova di lealtà ed eroismo. Il Giappone li ricorda come un esempio di condotta del Bushido.
Nonostante i costi alti di produzione e nonostante il regista Carl Rinsch si sia affidato ad attori di talento e a un cast tecnico di rilievo, tra cui John Mathieson (due volte premio oscar alla fotografia) il film non ottiene un buon giudizio di critica.
Il pubblico si divide tra gli appassionati della cultura popolare giapponese che apprezzano in toto la pellicola e quelli invece che la considerano un pasticcio, priva di emozioni e di creatività.
C’è anche chi, come me, trova il film equilibrato negli effetti speciali, nei sentimenti, nel racconto tra aspetti storici e leggenda, nelle scene di azione e nei dialoghi; ritenendo la visione della pellicola interessante.
Buone la colonna sonora e la fotografia.
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