Regia di Saverio Di Biagio vedi scheda film
Diego e Cinzia: sin da piccoli sono destinati a sposarsi, vivere insieme, dividere tutto. Le loro famiglie si guardano da sempre sullo stesso pianerottolo. Diego è muratore, lavora con il futuro suocero alle dipendenze di un giovane ingegnere. Cinzia è indaffarata nei preparativi delle nozze, faticose, cattoliche, tradizionali. «Le donne fanno i figli, gli uomini costruiscono le case» si lascia scappare Diego nel letto dell’amante, una spagnola ricca e snob dalla quale è andato per sistermarle casa. Come ogni buona ipocrisia italiana che si rispetti, il sottotesto dell’imbarazzante film di Saverio Di Biagio è presto detto: la coppia è la colonna portante della società, anche se «l’omo è omo» e può tradire, mentre la donna deve, inesorabilmente, rigare dritto. Serve sapere che Di Biagio, pochi anni or sono, ha diretto Politica H 24. Frammenti di un discorso democratico, film collettivo sulle primarie del Pd del 2009? Serve. Come serve ricordare, giusto per stigmatizzarlo, che Qualche nuvola ha ricevuto la Menzione Speciale al Premio Solinas Sezione Leo Benvenuti nel 2004 con la seguente motivazione: «A una commedia che sa raccontare con leggerezza e partecipazione le vicende umane». Può darsi che la stesura originaria fosse un capo d’opera, di sicuro la messa in scena e la sua rielaborazione sono quanto di più retrivo e reazionario ci sia capitato di vedere negli ultimi tempi. Nonostante un buon cast, dove si staglia Primo Reggiani.
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