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Ci vediamo a casa

Regia di Maurizio Ponzi vedi scheda film

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La recensione su Ci vediamo a casa

di barabbovich
1 stelle

Da quando possiedo un ebook reader, i miei sensi di colpa nei confronti dell'editoria, del cui sistema - come autore di saggistica - pur faccio parte, sono aumentati. Sarà per questo che, oltre a continuare a foraggiare quella rivista scadente che è Ciak (dal 2014 nelle mani del gruppo editoriale della Santanché…), da un quarto di secolo riservo immancabilmente una piccola quota settimanale anche a FilmTv. Dove, prima di decidere di sorbirmi un film con la Angiolini, leggo: "Gran ritorno di Maurizio Ponzi […] abitato e attraversato da un umanesimo struggente". Sono parole che fanno male quando ti trovi davanti a uno spettacolo così desolante, realizzato da un regista che nella sua carriera ha avuto il solo merito di fare per Francesco Nuti ciò che Camillo Mastrocinque fece per Totò: offrire una sponda alle battute del comico toscano. Autore di capitoli seminali della cinematografia nostrana come Il tenente dei carabinieri, Noi uomini duri, Il volpone e Anche i commercialisti hanno un anima (sic!), Ponzi torna a dirigere un film a sette anni da A luci spente. E lo fa con un film corale, ambientato a Roma, nel quale tre coppie di differenti classi sociali sono accomunate dal problema della casa: chi deve accontentarsi di dividere gli spazi con un amico attempato (Fassari), chi vorrebbe lasciare la casa dove ancora vive con la mamma (De Sio) per andare con il fidanzato (Reggiani), chi di case ne ha anche troppe perché il papà è un losco affarista. Per film come Ci vediamo a casa, che ha persino tutta l'arroganza dell'opera che pretende di avere un richiamo sul sociale, la categoria del "televisivo", usata in modo spregiativo, è insufficiente. Il film di Ponzi è inferiore a una qualunque fiction da seconda serata in una televisione locale: dai dialoghi inascoltabili, alla regia totalmente anonima fino alla prova - ben al di sotto del livello da recita parrocchiale - dell'intero cast, nel quale figurano l'irresistibile Giulio Forges Davanzati Serbelloni Mazzanti Vien Dal Mare e la figlia di mammà (Rosella Izzo, la cui famiglia è uno dei potentati del nostro cinema) Myriam Catania, tutto è assolutamente desolante.

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