Trama
Quaranta ragazzi, tra i 14 e i 18 anni, condividono per dieci mesi lo stesso palcoscenico per mettere in scena Kontakthof, una delle coreografie più complicate elaborate da Pina Bausch. Guidati dalle stelle della danza Jo-Ann Endicott e Bénédicte Billiet e supervisionati dalla celebre ballerina, di cui il documentario custodisce anche l'ultima intervista rilasciata nel giugno 2009 poco tempo prima di morire, i giovani provano con disciplina a dare consistenza ai loro sogni, nonostante qualcuno di loro sia arrivato lì per pur caso.
Note
Nascosto dietro alla più classica e cerchiobottista delle titolazioni nostrane, c’è un gioiello di documentario che andrebbe iniettato come antidoto alle generazioni intorpidite da Amici di Maria De Filippi e simili. Lo sguardo dei registi esce dalla sala prove per soffermarsi su una manciata di protagonisti: imbarazzati ma determinati, li vediamo compiere il miracolo e sciogliersi, scoprirsi sul palco con una sincerità disarmante che solo l’adolescenza può consentire. Pina Bausch coordina le fasi finali del lavoro, severa e concentrata, pochi mesi prima della sua scomparsa avvenuta nel 2009: l’emozione vera del documentario è catturare il suo sorriso commosso, mentre vede la sua Arte diventare Vita.
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