Regia di Ridley Scott vedi scheda film
È da tempo immemore che Ridley Scott realizza film obbedendo ai dettami dell’unico genere che conosce, ossia il genere… Ridley Scott. Regista decorativo per eccellenza, anche se a suo tempo ritenuto latore del vangelo del cinema postmoderno (il magnifico “equivoco” Blade Runner), Scott ha sempre brillato quando la sua mano eccedeva il materiale di partenza. Ossia diventava “autore” quando più emergeva il versante manierista. Più che un regista, Scott è uno scenografo (al contrario del compianto Tony che era un regista vero, a modo suo). Ed è in questo snodo, maniera sommata alla scenografia, che Ridley ha realizzato i suoi film più “belli”: Legend, Chi protegge il testimone, Soldato Jane, Le Crociate e, ovviamente Black Hawk Down (ma non dimentichiamo Hannibal). Tutto questo per dire che Prometheus 3D è il sogno proibito di Scott: tornare sul luogo del delitto e, retroattivamente, affermare che Alien non è stato un caso. Ovviamente i fan della creatura di H.R. Giger mettono mano alle teorie comparativiste per dirvi che il film è pieno d’inverosimiglianze e che la sceneggiatura fa acqua. Sarà. Scott invece mette mano a tutto il suo armamentario visivo che, anche se non è più scintillante come una volta, risulta sempre epidermicamente coinvolgente e diverte (modicamente, ma diverte). Come una sorta di elegante isteria della forma, il regista ripercorre ossessivamente il proprio gesto cinematografico, estenuandolo in una forma di erotismo narcisista che fatalmente, ancora una volta suo malgrado (?), diventa un segno del tempo presente.
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