Regia di Ridley Scott vedi scheda film
Ridley Scott torna sul luogo del crimine, verrebbe da dire, e a trentatre anni di distanza da Alien (un numero con una forte valenza simbolica…o forse è solo un caso) racconta nuovamente di rapporti tra umani e alieni.
Film dal forte impatto visivo e non privo di riferimenti colti, Prometheus fallisce però nel suo obiettivo non dichiarato: rinnovare i fasti di Alien.
Non c’è più Dan O’Bannon, carpenteriano per frequentazioni giovanili (Dark Star, che in fin dei conti è un Alien in nuce), stavolta direttamente da Lost arriva Damon Lindelof e la differenza si vede. Anzi si potrebbe arrischiare a pensare che i difetti che avevano stravolto la parte conclusiva di Lost (fiction superba nelle prime due stagioni ma poi pian piano disgregatasi in un marasma di misteri irrisolti e misticismo non pertinente) siano stati portati nella creazione della storia di Prometheus .
Bannon aveva ideato una sceneggiatura abilissima ad inchiodare la spettatore sulla poltroncina, e su quella base Scott aveva creato uno dei pilastri della fantascienza cinematografica, il tutto facendo vedere il meno possibile della creatura aliena che seminava la morte tra l’equipaggio dell’astronave Nostromo.
Qui siamo nella stra-abbondanza di effetti speciali, nulla è celato all’occhio della spettatore; il problema che tutto questo mostrare va ad inficiare sulla sostanza, e alla fine quello che resta è un grande spettacolo i cui contenuti però lasciano a desiderare.
Insomma Prometheus non è un brutto film ma dà l’idea di una grande occasione mancata, non vorrebbe essere un prequel (almeno stando a quanto dichiarato dal regista) ma di fatto lo è.
Con la variante che anziché spiegare le cose le va ad ingarbugliare (effetto Lost?) cercando di elaborare un discorso sul mistero della creazione dell’uomo che dovrebbe risultare profondo ed invece è di una superficialità sconcertante.
Temi come la Fede e il Destino dell’Uomo andrebbero affrontati con la consapevolezza di andare a toccare i grande misteri dell’animo, ma questa profondità nell'approccio qui è del tutto assente.
Si rileva dunque il contrasto tra il voler fare una pellicola di grande tensione e dall’altra volerla nobilitare con riflessioni filosofiche, e alla fine inevitabilmente chi si è nutrito come il sottoscritto della grandezza di Alien (visto al cinema alla sua uscita, e ne vado orgoglioso) non può non fare impietosi confronti.
Il confronto più umiliante per questa ultima fatica di Scott è quello sulla qualità recitativa del cast. Noomi Rapace nelle vesti della archeologa Elizabeth Shaw vorrebbe essere la nuova Ripley ma Sigourney Weaver era davvero (visto che siamo in tema di fantascienza) di un altro pianeta, il gruppo di attori che dettero fattezze all’equipaggio dell’astronave Nostromo fornirono tutti una prova memorabile, qui la mediocrità regna sovrana. Si salvano Charllize Theron (almeno parzialmente) nelle vesti dell’affascinante quanto detestabile Meredith Vickers, sorta di membro supremo della spedizione (e figlia del finanziatore della stessa, come si scoprirà), e soprattutto Michael Fassbender, ottimo nei panni dell’androide David (anche se Ian Holm, l'androide Ash nel film del 1979, resta un modello irraggiungibile).
Diamo pure atto, a discolpa degli interpreti, che i dialoghi lasciano spesso alquanto a desiderare, vedi lo scambio di battute tra il biologo ed il geologo (ma chi mai li arruolerebbe due così? Davvero due personaggi improbabili), tuttavia nel complesso la prova degli attori non è di quelle che passeranno alla storia.
Sufficienza di pura stima, non fosse altro per il fascino delle ambientazioni, e comunque sufficienza davvero molto risicata. E aspettiamoci un sequel (del prequel)
La ricerca delle origini dell’umanità partendo dal ritrovamento in una grotta di una mappa stellare, simile ad altre, eredità di Civiltà differenti fra di loro e geograficamente distanti.
L’astronave Prometheus approntata allo scopo raggiunge un lontano pianeta dove forse è celato il mistero della nascita dell’umanità. Ma gli dei creatori non sono proprio come qualcuno aveva immaginato o sperato………..
Elizabeth Shaw (Noomi Rapace): “loro ci hanno creato, ma perché poi hanno cambiato idea e volevano distruggerci?”
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