Regia di David W.Griffith vedi scheda film
Una epopea razzista getta le basi della cinematografia, basterebbe escludere la trama grottesca fino al ridicolo, storicamente falsa, ideologicamente rivoltante per avere un bel film. Ma non sarebbe più un film. Invece che la nascita di una nazione il film tratta di una immaginaria ed eroica nascita del Ku Klux Klan.
Il film spiega come i primi semi della discordia, negli USA, furono piantati con la venuta dei neri dall'Africa, orribili esseri la cui malvagità, degenerazione e ottusità non ha paragoni con nessun mostro dei film dell'orrore: i personaggi più detestabili sono bianchi minacciosi, con visi deformati dal trucco e verniciati di nero. La durata del film di propaganda politica interna è di più di tre ore.
La guerra di secessione era una ferita non ancora rimarginata e bisognava spiegare allo spettatore statunitense del 1915 che il bianco ariano era benvoluto da Dio mentre il nero africano era un animale che nel migliore dei casi, un paio nel film, poteva essere fedele, se addestrato. Oltre a questo, il miscuglio di razze portava a degenerazione bestiale mista a pazzia. Da conservare con cura come prova. Certi non ci crederebbero.
Per chi ha letto la trama, c'è un errore.
La sorella minore di mr. KKK non viene violentata ma si getta da una rupe per non essere catturata.
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