Regia di David W.Griffith vedi scheda film
Film dal doppio volto: aberrante per le tesi propugnate ma straordinario dal punto di vista narrativo. Nonostante la durata - tre ore circa - le vicende si susseguono con ritmo incalzante e senza un attimo di pausa, con una plasticità fino ad allora sconosciuta. Grazie ad un uso intelligente del montaggio, dell'alternarsi di primi piani, piani americani a imponenti sequenze di massa, Griffith perfeziona invenzioni introdotte da altri registi ed in pratica inventa il cinema moderno dal punto di vista della narrazione. Tra le tante sequenze memorabili vale la pena ricordare l'assassinio del Presidente Lincoln da parte di James Wilkes Boothe al Ford Theatre, costruita con un crescendo di suspence, la battaglia che si conclude con la celebre inquadratura di Ben Cameron che infila la bandiera dell'esercito confederato nel cannone nordista - anche questa mirabilmente condotta con un largo uso di campi lunghi - e quella del cosiddetto 'salvataggio dell'ultimo minuto', perfezionata nel successivo 'Intolerance'. Quest'ultima è davvero sconcertante poiché, i 'Salvatori' sono i famigerati membri del Ku Klux Klan, gruppo terroristico di matrice razziale che all'epoca delle vicende narrate contava sei milioni di adepti. Il genere western sarà, nel corso degli anni, debitore di questo espediente, se pensiamo ai tanti 'arrivano i nostri' della cavalleria per salvare un gruppo di persone posto sotto assedio da un altro ma molto maggiore come quantità, ma per un uso così 'politicamente scorretto' come nel film in questione bisognerà attendere il 1980 con 'I cancelli del cielo' di Cimino, altra opera molto controversa. Voto: 9
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