Regia di David W.Griffith vedi scheda film
Opera affascinante sul piano visivo e per la sua importanza storico-cinematografica, purtroppo offuscata da una tesi di fondo repellente e imbarazzante.
Guerra civile americana. Le due famiglie amiche degli Stoneman, nordisti, e dei Cameron, sudisti, si trovano divise dal conflitto. Finite le ostilità, il capofamiglia nordista promuove la legge che dà la libertà agli schiavi neri, mentre il primogenito dei Cameron dà vita al Ku Klux Klan. Celeberrimo film considerato uno dei primi esempi di cinema narrativo della storia, famoso per aver introdotto un mucchio di innovazioni registiche (ad esempio il montaggio alternato, raccordi di vario tipo tra inquadrature) ma anche famigerato per le tesi storico-politico-sociali che propugna. E’ un film sulla guerra civile americana e sulle sue conseguenze: se nella prima parte il film è quasi “normale”, trattando della guerra e delle sue implicazioni per due famiglie amiche ma appartenenti ai due fronti contrapposti, nella seconda il film si scatena in un’apologia del razzismo e della segregazione razziale: il Sud sconfitto è in mano a nordisti affaristi senza scrupoli e a neri violenti e prevaricatori che, appena conquistati i diritti civili, pretendono di toglierli ai bianchi; ma alla fine interverrà il Ku Klux Klan a fare giustizia ed a ristabilire l’ordine. Una parziale riscrittura della storia in chiave razzista che, vista con gli occhi di oggi, sembra quasi parodistica talmente è esagerata e goffa. Il film parte lento ma, dall’inizio della fase bellica in poi, mantiene un ritmo sorprendentemente alto grazie ad un innovativo uso del montaggio (esordisce il famoso montaggio alternato che avrebbe fatto presto scuola), di inquadrature brevi che esaltano l’azione e di primi piani che enfatizzano gli stati d’animo dei personaggi al servizio della trama (c.d. primo piano narrativo), fino al finale in crescendo (con il Ku Klux Klan che arriva a salvare una povera famiglia asserragliata in una baracca assalita da un’orda di neri…). Nonostante la durata considerevole riesce a non annoiare. Opera affascinante sul piano visivo e per la sua importanza storico-cinematografica, purtroppo offuscata da una tesi di fondo repellente e imbarazzante.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta