Regia di Christopher Nolan vedi scheda film
Ultimo capitolo della trilogia sull'Uomo Pipistrello firmata da Christopher Nolan, preceduto da Batman Begins (2005) e da Il Cavaliere Oscuro (2008). Ne sconsiglio ovviamente la visione a chi si fosse perso gli altri due, poiché la narrazione è intrecciata e si presuppone la conoscenza degli eventi già narrati. Sarebbe come leggere un libro iniziando in prossimità della conclusione, scelta dal doppio effetto negativo di rovinare la trama antecedente e d'impedire di coglierne un qualsivoglia successivo riferimento, oltre a pregiudicare facilmente qualunque tentativo di vera comprensione. Quindi non vi è ragione per non rispettare l'ordine cronologico.
Premesso questo, senza ulteriori esitazioni anticipo subito che il film mi ha soddisfatto pienamente, nonostante le elevate aspettative. Per me rimane e si conferma precisamente in linea con i suoi due precursori, con i quali intesse uno squisito intreccio di riferimenti, chiudendo ogni porta lasciata eventualmente aperta, pure e soprattutto quelle che si credevano (ingenuamente) già suggellate. Lo sguardo realistico che caratterizza la saga viene preservato, pur con le inevitabili licenze dovute a qualche citazione di eventi e situazioni che comunque appartengono al mondo dei fumetti.
La storia non è affatto banale, pretestuosa e anzi si guadagna l'essere stata raccontata. Ha un buon assortimento di argomenti e significati, che offrono la possibilità di essere colti, per chi lo desiderasse e in seguito intendesse rifletterci. L'intensità drammatica è in un crescendo costante, che avvolge, avvince e non lascia scampo. Si viene letteralmente travolti dalla maestosità della narrazione, fino al sopraggiungere del meraviglioso finale. Davvero non avrei saputo immaginarne uno migliore, anche se è sostanzialmente come speravo che fosse.
Molti dei personaggi riescono a bucare lo schermo. Logicamente Bruce Wayne alias Batman (Christian Bale) è il primo ad esserlo, nonostante il tempo su schermo che gli è concesso (credo) non sia mai stato così limitato. Sempre della vecchia guardia (vi saranno pure un paio di sorprese, ritorni, camei), il Commissario James Gordon (Gary Oldman) si mantiene bene o male nei suoi standard, mentre mi è sembrato che Alfred Pennyworth (Michael Caine) e Lucius Fox (Morgan Freeman) siano stati un po' sacrificati, in una sorte simile al protagonista. La ragione credo sia da imputare allo spazio dedicato alle tre più importanti novità (la Miranda Tate di Marion Cotillard è, purtroppo, accessoria nel conquistare l'interesse):
* Bane (Tom Hardy) è in assoluto l'antagonista con maggior presenza scenica. Non ha il medesimo carisma del Joker, ma tale "difetto" è compensato dal minuzioso lavoro di squadra con i suoi uomini. La guerriglia urbana causata da questi terroristi occuperà gran parte del film.
* Selina Kyle (Anne Hathaway) risolve finalmente quello che a mio giudizio era sempre stato un problema nei capitoli precedenti, ovvero una degna figura femminile. Catwoman ha tutto, perché è simpatica, attraente ed è incarnata in maniera impeccabile da un'attrice che si è dimostrata capace di non far rimpiangere affatto la versione di Michelle Pfeiffer. Tenta un suo approccio diverso, personale ed ha successo su tutti i fronti. Se non è la migliore tra gli interpreti qui presenti, è in ogni caso alquanto vicina ad esserlo.
* R.J. Blake (Joseph Gordon-Levitt) non si discosta molto dall'Arthur di Inception, ruolo ricoperto dal medesimo attore che gli presta il volto, in quanto è un giovane agente di polizia leale, onesto, idealista, determinato e pronto a tutto affinché l'ingiustizia abbia fine.
In conclusione, sono d'accordo con quanti hanno consacrato questi di Christopher Nolan fra i migliori film basati su supereroi, anche se non non so quanto sarebbe corretto ascriverli in quel genere... saggia è pertanto la scelta d'aver classificato altrimenti quest'ultimo capitolo. Definirlo d'azione è magari un po' un ripiego, ma è sempre meglio di niente.
Sono trascorsi otto anni da quando Batman svanì nella notte, tramutandosi in quell'istante da eroe a latitante. Il Cavaliere Oscuro sacrificò tutto quanto, per ciò che lui e il Commissario Gordon speravano fosse un bene superiore. Per un po' di tempo la strategia funzionò, in quanto l'attività criminale a Gotham City fu oppressa dal peso del Dent Act, una legge anti-crimine. Ma tutto cambierà all'arrivo di un'astuta ladra, con uno strano piano in mente. Molto più pericoloso, comunque, sarà Bane, un terrorista mascherato i cui spietati piani per Gotham imporranno a Bruce l'uscita dal suo esilio auto-imposto. Ma anche indossando di nuovo il mantello e il cappuccio, Batman potrebbe non essere abbastanza forte per fermarlo.
Purtroppo niente più James Newton Howard, ma solo Hans Zimmer. L'esito è comunque di tutto rispetto, con sonorità imponenti, dal carattere forte, accenni ai temi associati a ciascun personaggio principale e qualche tonalità drammatica a conferire profondità emotiva ai frangenti più opportuni. Musiche degne di chiudere il ciclo.
Forse solo una frazione centrale più breve, quantunque non sia necessario accorciarla più di tanto.
Trova la giusta forma, ma soprattutto la ricchezza di contenuto, per concludere magistralmente questo viaggio, senza mai rinunciare al suo approccio realistico, sempre attento all'essenza, alla solennità e alla cura del dettaglio.
Intenso e impegnato, dimostra di essere una degna incarnazione di Bruce Wayne (e parimenti di Batman, ovvio).
Selina Kyle / Catwoman è senza dubbio la novità più dirompente e meglio riuscita. Ottima, deliziosa, perfetta.
L'intraprendente giovane agente di polizia R.J. Blake. Si destreggia bene, bisogna riconoscerlo.
Si è calato in maniera impeccabile nella parte, non facile, del terrorista Bane.
Ad ogni film questo Commissario James Gordon riesce a convincermi sempre di più. Bravo.
Interpreta Miranda Tate con discreta abilità, ma non è mai veramente incisiva.
Ruolo ridimensionato, ma sempre gradito, è quello del suo armaiolo Lucius Fox.
Jen, la ragazza dei sobborghi di Gotham, amica e complice di Selina Kyle.
Stavolta esalta la serietà e l'inquietudine di un Alfred Pennyworth eletto a figura paterna, non più sorniona.
Torna, in una fugace apparizione, nella parte di Ra's al Ghul, il capo della Setta delle Ombre.
Breve e grottesco cameo, è ancora il Dott. Jonathan Crane.
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