Regia di Christopher Nolan vedi scheda film
Ambizioso, pretenzioso, eccessivo, prolisso, cupo. Lo spettacolare affresco che Nolan dipinge attorno al suo cavaliere oscuro è titanicamente imperfetto. Corale all'inverosimile, si propone allo spettatore con una scrittura iperrealista che stordisce e annaspa nell'intento di nobilitare un soggetto e personaggi che, in ogni caso, rimangono bidimensionalmente fumetto. La depressione dell'eroe protagonista (?), la sua discesa agli inferi e ritorno, paiono atroficamente letterari e oltremodo retorici. Il capopopolo Bane, Flagello, sovversivo, astuto, muscolare e terribilmente moderno, perfettamente a suo agio nei meccanismi globali di Borsa, Terrorismo, Media, Politica, Potere, Crisi Economica e Lotta Sociale, apre squarci di interesse su una pellicola pesantissima e, ahimé, statica. Non manca il coraggio al regista britannico, e la chiusa della trilogia è oculata e minuziosamente attenta ai dettagli, ma è lo stile che piace meno. Resta il giudizio positivo per un'operazione che ha dalla sua l'idea di un cinema in qualche modo d'autore e, incredibilmente "artigianale" (la squadra tecnica resta la stessa), nonostante budget e prevedibili incassi. Nero che più nero non si può, L'Uomo pipistrello le prende a destra e a manca, si sacrifica meno di quanto appare, viene sballottato dolcemente o meno dalle sue donne, eroine senza confine preciso tra bene e male, infrange giuramenti e amicizie, crea epigoni, si danna l'anima, s'affanna ...ma piace meno di quanto potrebbe. Denso e viscoso come la pece.
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