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Jimmy Bobo - Bullet to the Head

Regia di Walter Hill vedi scheda film

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La recensione su Jimmy Bobo - Bullet to the Head

di munnyedwards
4 stelle

 

Walter Hill torna alla regia dopo 10 anni e l’intermezzo televisivo western di Broken Trail (2006), lo fa con un film che per lui (e per noi) è chiaramente un ritorno al passato, un viaggio indietro nel tempo alla ricerca una riproposizione non attualizzata dei suoi vecchi successi action, un palese e purtroppo inutile ricalco che rischia a tratti l’autoparodia.

Ricordo che al tempo dell’uscita di questo film c’era un gran fermento tra critici e appassionati, Walter Hill è un regista che ha moltissimi fan e la sua lunga assenza dal grande schermo si era fatta sentire, io stesso non posso che schierarmi dalla parte di un autore che ha contribuito a formare la mia passione cinefila, opere come I guerrieri della notte, Driver l’imprendibile, 48 ore, Johnny il bello, I guerrieri della palude silenziosa restano per me dei cult indiscutibili, frammenti di cinema impressi a fuoco nella mia memoria.

Sarà per questo che commentare questo Jimmy Bobo – Bullet to the head (in Italia fecero addirittura un sondaggio per scegliere questo titolo) mi mette un po’ a disagio, perché il film, detto molto chiaramente, l’ho trovato veramente deludente, a tratti persino brutto, fondamentalmente un film old style senza avere però la carica e la forza dei vecchi action firmati da Hill.

 

Teaser poster italiano

Jimmy Bobo - Bullet to the Head (2012): Teaser poster italiano

 

E le citazioni ai suoi successi passati sono talmente evidenti che sarebbe quasi inutile ricordare 48 ore o Danko, due classici della sua filmografia, divertenti, dinamici e con un cast affiatato che potenziava di molto un racconto poliziesco frizzante ma fondamentalmente banale, ma chi se ne accorgeva tra uno scambio di battute al fulmicotone e una sparatoria girata come Dio comanda.

E visto che il richiamo a questi due film è evidente, palese diventa anche il confronto fra gli attori, e qui Jimmy Bobo non solo perde la partita ma viene letteralmente umiliato, perché Stallone in versione “anabolizzata”, gonfio come un gommone e con l’espressività di un blocco di tufo non tiene il passo di un Nick Nolte o di uno Swarzy rigidamente russo ma VIVO (“It’s alive!!!”); per non parlare poi di quella che dovrebbe essere la spalla comica, o semplicemente la spalla dell’eroe, qui interpretata da uno sconosciuto coreano (Sung Kang) fissato con i cellulari e che per tutto il film non ne combina una buona nemmeno per sbaglio (a parte il finale).

Purtroppo tra i due l’alchimia è pari allo zero, ogni tanto c’è qualche battuta riuscita ma è troppo poco per mandare avanti un film del genere, soprattutto se la memoria ci riporta ai duetti divertenti firmati Nolte/Murphy e Swarzy/Belushi.

 

Walter Hill

Jimmy Bobo - Bullet to the Head (2012): Walter Hill

 

Della sceneggiatura a questo punto sarebbe quasi inutile parlare, perché anche nei brillanti 48 ore e Danko non era certo sull’incastro poliziesco che si puntava grosso, si puntava sulla regia di Hill capace di tenerti incollato allo schermo e sulla coppia di protagonisti, ben amalgamati e pronti a sfruttare le battute vincenti; Jimmy Bobo propone una storiella di malavita, killer a pagamento e poliziotti corrotti degna di un b-movie televisivo, come cattivi rispunta fuori un più che dignitoso Christian Slater, che però viene relegato in secondo piano e fa quasi la comparsa, per lasciare spazio ad un big dell’Actors Studio come Jason Mamoa, che almeno nelle scene action tiene il passo, peccato che ogni tanto gli tocca pure recitare qualche battuta.

Cosa resta quindi?

Resta solo Walter Hill purtroppo, che ci prova a tenere in piedi un castello di carte fragilissimo, ci prova con la sua classe che comunque si nota in un paio di sequenze, ma che non basta a salvare un film che fondamentalmente nasce vecchio senza riuscire a riproporre un vecchio accettabile, forse bastava veramente poco, magari una coppia di protagonisti meglio assortita.

Delusione.

Voto: 5

 

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