Regia di Walter Hill vedi scheda film
Jimmy Bobo (Stallone) è un sicario della vecchia guardia assetato di vendetta. Hanno ucciso il suo “pard” ed è pronto a mettere la Big Easy a ferro e fuoco pur di scovare i responsabili. Nella guerra non è solo: uno sbirro di origine coreana, Sung Kang, gli dà una mano, come da copione suo malgrado. Sarà pure tratto da una bedé (il fumetto francese) di Alexis Nolent detto Matz questo Jimmy Bobo. Bullet to the Head ma sembra scritto apposta per Walter Hill, che di coppie apparentemente male assortite si intende parecchio. Più che 48 ore, il titolo ancora oggi di maggiore successo del regista, Jimmy Bobo ricorda Danko, camuffato rifacimento di Ninotchka molto anni 80 e molto action. Via Schwarzenegger dentro Stallone, irriducibile al tempo che passa, impresentabile come icona 2.0 perché tutto rivolto al secolo breve, quando ancora il “cellulare” era un furgone per detenuti. Non ci appassionano troppo i protagonisti, siamo sinceri, anche se Sly la butta spesso sul ridere e fa bene. Invece è il lavoro di Walter Hill a essere coinvolgente: regia nervosa per un thriller d’azione della vecchia scuola con i duelli al momento giusto e le battute che spaccano, le strizzate d’occhio al western e i giusti rimandi al (proprio) glorioso passato. Certo, L’eroe della strada è un’altra cosa, ma New Orleans, nonostante l’uragano Katrina, resta un set naturale torbido e noir come pochissimi, se trattato da mani sapienti come queste.
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