Regia di Walter Hill vedi scheda film
Walter Hill is back. Questa è già un’ottima notizia. Il formato digitale non è che gli doni tantissimo ma quando uno sa girare come lui, diciamo che non ci si formalizza. Bullet to the head è il tipico action senza fronzoli come-si-faceva-una-volta: duro, compatto, ironico. Perfettamente nelle corde del regista. Jimmy Bobo, sicario della mala, è il suo (anti)eroe per eccellenza; implacabile e di poche parole, deciso a fare piazza pulita dopo essere stato tradito e colpito nel vivo (prima il partner, poi la figlia). Al suo fianco, un federale di origine coreana venuto da fuori, giusto a completare lo schema buddy-movie caro al cineasta sin dai tempi di “48 Ore”. Il resto è grandissimo mestiere che si articola fra le strade di una New Orleans in balia di squali edili, fra un’amicizia in divenire e una vendetta da compiersi secondo il codice d’onore dei veri guerrieri. Script essenziale, battute lapidarie a profusione, ritmo costante con picchi di grande regia e montaggio nelle sequenze di combattimento (bar, bagno turco e resa dei conti in fabbrica da mandare a memoria). A Hill si può giusto rimproverare il fatto di aver voluto giocare sul sicuro senza discostarsi da un canovaccio sì classico ma anche tanto prevedibile. 15 anni fa sarebbe potuto sembrare un progetto di ripiego, ivi compresa la scelta di casting squisitamente di serie b. Ma a Stallone, prodotti artigianali del genere, avrebbero giovato più di tanti inutili blockbuster.
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