Regia di Michael Powell, Emeric Pressburger vedi scheda film
Un senso di trascendente e minacciosa irrealtà pervade ogni luogo e personaggio, che diventano metafore dell’asservimento dell’uomo alla Natura, inclini e soggiogati a ogni sorta di metamorfosi morale e terrestre. Dominato da una disciplina pittorica incredibile, resta tra i melodrammi anticlericali più impavidi di quegli anni. I volti austeri, allucinati e smaniosi di Deborah Kerr e Kathleen Byron non si dimenticano.
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