Regia di Joss Whedon vedi scheda film
L’universo Marvel è un universo a sé rispetto a tutto il cinema fantastico. Uno spazio/tempo fatto di tizi in costume la cui visione scatenerebbe l’ilarità di chiunque, nella realtà. Nella realtà ipotetica solcata dalle scie di supereroi, capelloni vichinghi provenienti da altri pianeti, gorilla verdi e spie strizzate in improbabili tutine che nulla lasciano all’immaginazione oltre ad un tizio che gira con arco e frecce e uno multicolor munito di scudo, nessuno si stupisce e anzi, ci crede fermamente.
Questo è il bello della Marvel, dei suoi eroi costantemente sopra le righe, dei dialoghi enfatici, delle pose da copertina e delle furibonde battaglie contro nemici che noi, impiegati, fattorini, padri e madri di famiglia mai ci saremmo aspettati. C’è sempre qualcuno che vuole conquistare l’universo, un universo Marvel che fa gola evidentemente, visto che il nostro mondo, quello reale, credo che sarebbe foriero di talmente tanti e tali (super)problemi che i supereroi non saprebbero che fare. Nel nostro grigio mondo senza eroi i problemi sono altri. Che può fare Capitan America contro la crisi? Che ci azzecca Thor con i mutui subprime? Che fa Iron Man contro l’Aids? E Hulk alle prese con la burocrazia? Come si comporterebbero La Vedova Nera o Occhio di falco con la quotidianità di bollette molto superiori al reddito e l’IMU a rinforzino? Molto più facile sconfiggere una razza aliena che arriva dal buco del culo dell’universo per farci chissà che ma in ogni caso, farlo alla grande. Ognuno ha i nemici che si merita.
I film dei Marvel Studios sono sorretti da sceneggiature molto più esili rispetto ai fumetti di riferimento. Essendo prodotti di massa per pubblico non necessariamente avvezzo alle continuity schizofreniche dei comics, la bidimensionalità dei caratteri dall’estremamente facile comprensione è la caratteristica principale dei personaggi e delle storie che scansano volutamente velleità autoriali e parabole shakespeariane a vantaggio di azione e ironia.
Non fa eccezione questo crossover pensato e inseguito per anni, costruito con pazienza e grande dispiego di mezzi nel creare le personalità specifiche di ogni personaggio nei rispettivi, omonimi film - Iron Man, Hulk, Thor, Capitan America - per poi riproporle in sovra cumulo sovraeccitato in questo The Avengers. Operazione complessa ma che dà i suoi frutti proprio per la possibilità di sfruttare, esattamente come nei fumetti, un immaginario già codificato. In The Avengers non c’è bisogno di approfondire le caratteristiche dei supereroi perché questo lavoro è già stato portato a termine precedentemente. Tutti insieme appassionatamente, radunati da un dark Nick Fury (Samuel L. Jackson) per combattere la brama di potere del fratellino di Thor, Loki , affiliatosi ad una razza aliena in grado di aprire portali nello spazio grazie ad un cubo portatore di energia illimitata. Ottimo e abbondante.
The avengers è intrattenimento puro al 100%, un pop corn movie scaraventato sullo schermo in un 3D che ratifica l’inutilità della stereoscopia di fronte ad un immaginario fantastico già di per sé di grande impatto visivo. 142 minuti di maschia rissa per sconfiggere il male, l’élite dei combattenti più o meno mascherati deve fare prima i conti con le mancanze dei singoli per poter fare gruppo. Amici mai, per chi si ama come noi ma compagni si, per un bene comune. E giù di musica enfatica che pompa nel cuore come la cavalcata dei 600 cavalleggeri britannici nella piana di Balaklava o come i pugni del rabbioso Hulk/Dr.Banner/Mark Ruffalo tritano orde di nemici. Il cuore è proprio il cardine attorno a cui cui ruota il senso del film: il cuore degli eroi di tanta propaganda del Sogno Americano – Capitan America (Chris Evans) - il cuore metallico di Tony Stark incorruttibile agli incantesimi di Loki. Il cuore del mondo è Manhattan luogo prediletto dai supereroi per esercitare i loro poteri di fronte ad una platea sterminata e enclave di tradizionali infestazioni aliene. Joss Whedon regista e sceneggiatore, guru delle saghe televisive – Buffy l’ammazzavampiri - e di un nuovo tassello di cinema horror - Quella casa nel parco con il manzo Chris Hemsworth, alias Thor - , sa assolutamente il fatto suo in termini di spettacolo, costruendo nella prima parte l’ossatura del film, enfatizzando la narcisistica personalità dei supereroi impegnati a darsele tra loro salvo poi accelerare nella seconda parte in uno scontro epico nel quale l’incastro di poteri/debolezze risulta essere l’amalgama vincente per sconfiggere il pericolo incombente. Roboante, divertente e tamarro al punto giusto, The Avengers ha il punto di forza nell’impianto visivo con effetti speciali al solito straordinari, e nell’ironia dei siparietti verbali tra i supereroi con Tony Stark/Iron Man/Robert Downey Jr su tutti per presenza scenica e spirito. Whedon stratifica ancor di più il senso di deja vu proveniente dall’universo filmico precedente agganciando l’irrealtà al reale – l’attacco a New York dell’11 settembre - e corteggiando icone indelebili – l’interrogatorio a Loki della perfida Vedova Nera (Scarlett Johansson) è presa pari pari dal mitico duetto Hopkins/ Foster de Il silenzio degli innocenti- così da entrare totalmente in empatia con l’emotività dello spettatore. Si muore da eroi, si vive da supereroi. Il finale post titoli di coda mostra cosa (chi) ci aspetta nel prossimo, inevitabile capitolo.
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