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The Avengers

Regia di Joss Whedon vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Avengers

di obyone
7 stelle

 

scena

The Avengers (2012): scena

 

Oltre l’atmosfera terrestre, nello spazio profondo, “lui” e L’Altro organizzano un piano per appropriarsi del Tesseract, un piano che passa per le mani di Loki, il dio di Asgard esiliato dal padre Odino. Sulla terra, intanto, l’equipe del dottor Selvig studia il cubo magico, un gingillo che può sprigionare energia e potenza mai viste nel pianeta dei mortali. Il cubo produce un varco dimensionale che consente a Loki di dare il via alle proprie macchinazioni, al seguito delle quali l’esercito dei chitauri invade New York. Loki, ed i suoi alleati rimasti per tutto il tempo nell’ombra, non hanno fatto i conti, tuttavia, con il progetto “Avengers” di Nick Fury.
Joss Whedon ha scritto e diretto l’episodio finale della fase 1 del M.C.U. I supermen della Marvel introdotti nei precedenti film, chi in pompa magna e chi dalla porta di servizio, si uniscono nel “Dream Team” voluto dal capo dello S.H.I.E.L.D. per contrastare un possibile pericolo alieno.

Iron Man, Thor, Captain America sono l’intelligente, l’incantevole, l’integerrimo. Completano la squadra il nuovo Bruce Banner, sempre irascibile e indecifrabile, ed i normali Romanof e Barton, agenti dello S.H.I.E.L.D. di indubbie capacità e nessun evidente potere miracoloso. Supereroi inusuali, per così dire.
Ad una prima parte dedicata ai presupposti per la ripresa del progetto Avengers segue il reclutamento e la fase di studio che, spesso, sfocia in aperto conflitto. Thor prende Iron Man a martellate per colpa di Loki mentre il paciere Captain America, rigido come un manico di scopa, esprime le proprie posizioni conservatrici nei confronti di Tony Stark e Bruce Banner, decisamente più anarchici ed intelligentoni del povero Steve Rogers, ancora stranito dal letargo polare. Hulk, infine, bisticcia con la Vedova Nera, costretta ad ingaggiare un duello anche con il fido Occhio di Falco, sconvolto dai sortilegi del fratello di Thor.

In un marasma di divergenze tra primi della classe Joss Wheadon azzecca l’episodio chiave con cui “The Avengers” passa all’ultima fase, la più spettacolare, che si svolge nei cieli della Grande Mela. Quanto succede a Phil Coulson annulla ogni se ed ogni ma costringendo i vendicatori a lasciare indietro il proprio ego e rispondere alla chiamata di Fury. Il pretesto motivazionale funziona e così il gruppo degli Avengers si costituisce ammassando su di sé una forza ben superiore alla somma dei poteri vantati da ciascun singolo componente. Dal punto di vista narrativo la sorte dell’agente Coulson travalica le necessità del film di Wheadon per aprire spiragli narrativi che vengono ripresi nella serie "Agents of S.H.I.E.L.D." il cui pilota, non a caso, è dello stesso regista. La battaglia di New York alza il livello del film quanto ad epica e spettacolo. Il regista muove i fili dei propri pupazzi coordinando le gesta di ciascun Avengers tramite l’alternanza delle linee narrative che si avvicendano grazie al montaggio serrato. Qua e là è evidente un po’ di fatica nella coesistenza di tanti personaggi e sembra che il regista perda qualche treno o ne prenda qualcuno in anticipo. Ne risente un po’ il ritmo ma lo spettacolo è senza dubbio avvincente. 
Spirito di squadra, rispetto, amicizia: chi ama tutto ciò non può che apprezzare l’abnegazione del gruppo e la volontà di superare divergenze personali per perorare una causa superiore.
A mio avviso “The Avengers” è più interessante dei precedenti singoli episodi, per quanto necessari a familiarizzare con ciascun supereroe.

Wheadon ha giocato sul sicuro seguendo un canovaccio piuttosto prevedibile. L’episodio che vede protagonisti Coulson e Loki gli ha permesso di uscire da schemi prestabiliti per imboccare il varco dimensionale di un dramma inatteso.  Meglio di quanto osassi pensare con la chicca di Loki trasformato in una pelliccia d'orso da un irritato incredibile Hulk.

 

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