Regia di Joss Whedon vedi scheda film
L'accumulo (in)controllato di supereroi, supercattivi e situazioni supercritiche dà luogo a un film “normale”, che non supera le attese. Al più le conferma, ponendosi esattamente e prevedibilmente là dove un certosino ed estenuante lavorio, spiaccicato qua e là nelle precedenti pellicole costituenti nel loro insieme il progetto Vendicatori - tra mirate apparizioni estemporanee nel corso delle avventure altrui e uniformati titoli di coda - nonché in una martellante promozione, ha condotto l’intera operazione. Il risultato è una storia collettiva accattivante e (con)vincente. Per quanto estremamente immaginabile: le poco malleabili linee guida Marvel sono state rispettate appieno.
L'azzardo maggiore era sicuramente la scelta del regista, quel Joss Whedon noto per serie tv (più o meno) di successo come Buffy, Angel, Firefly e Dollhouse e che fino ad ora aveva all'attivo una sola regia cinematografica - Serenity - per giunta di serie B. Ma sia per la rigida struttura preconfezionata dell’universo marveliano sia per la professionalità ma anche conoscenza e passione di Whedon (sceneggiature di vari blockbuster, fumetti), il rischio era tutto sommato contenuto.
Di The Avengers egli è anche sceneggiatore, ed in questa veste è facile ipotizzare la non poca fatica per concentrare tutte le prime donne all’interno di un quadro generale che non ne svilisse nessuna, specie con riferimento a coloro che hanno già avuto almeno una pellicola loro dedicata. Lavoro che si può dire riuscito: alcuni appaiono forse più sacrificati e monocorde (Thor; Capitan America), qualcuno mantiene le sue prerogative (Iron Man), qualcun altro stupisce (Hulk). Inoltre c’era da inserire, dando maggiore spessore, i personaggi apparsi brevemente nelle precedenti “puntate”: i vendicatori Occhio di Falco (Jeremy Renner) e Vedova Nera (Scarlett Johansson) - le cui vicende personali sono accennate in modo da sfruttare un’eventuale produzione tutta loro - ma anche il boss dello SHIELD Nick Fury (Samuel L. Jackson). Non a caso compaiono tutti per primi. Risultano abbastanza interessanti, soprattutto i due supereroi.
Il canovaccio è sostanzialmente simile a quello di certi film sportivi in cui viene riunita una squadra rissosa, per nulla unita, con figure egocentriche poco inclini al dialogo e al sacrificio (tranne forse il retorico Capitan America), che trova compattezza e forti motivazioni solo a seguito di un evento scatenante (nel caso specifico la morte del simpatico agente Coulson). Così la minaccia aliena, che giunge attraverso portali “stargatiani”, ha le ore contate.
Il cattivo, Loki, fratellastro del divino Thor (già visto proprio in occasione del suo episodio diretto da Kenneth Branagh), è a capo dell’esercito invasore che intende sottomettere la Terra ma soprattutto impossessarsi del tesseract, cubo d’infinita potenza (come nel primo Transformers ... chi ha copiato chi?). Grazie all’ottima caratterizzazione di Tom Hiddleston, è un villain intrigante, anche nel suo patetico ridimensionamento finale.
La prima parte, dedicata al reclutamento dei vendicatori, è invero un po’ troppo lunga e noiosetta, stretta tra l’esigenza di presentare alcuni degli elementi e la necessità di dare un minimo di spiegazioni. Poi si scatena, finalmente, la battaglia: concreta, “giusta”, senza soste, dai consueti meccanismi che innescano l’immediato coinvolgimento e tifo, ma a ben vedere non poi così spettacolare ed a tratti convulsa, risolta inoltre in maniera un po’ troppo semplicistica.
Effetti speciali e 3D (appiccicato in post-produzione, con tutti i soldi che hanno speso …), piuttosto nella norma. Da registrare altresì, soprattutto nella prima parte, troppo scura, che certe scene movimentate generano un effetto “scia” poco piacevole, con una resa della visione poco chiara e quasi “astigmatica”. Si poteva (e doveva) fare certamente meglio.
Pretendere altro, invece, da una sceneggiatura di un’opera dichiaratamente ed esclusivamente mainstream, d’intrattenimento puro, quale è The Avengers, non è possibile né ammissibile: svolge il suo e, detto delle ovvie difficoltà di assembramento della eterogenea banda, presenta qualche scappatoia superficiale (Occhio di Falco che guarisce con un colpo in testa dalla “stregoneria” di Loki; l’incomprensibile autocontrollo di Hulk) anche nel finale (il dr. Selvig e la sua trovata di sabotaggio dell’invincibile cubo; il solito missile nucleare che distrugge la nave nemica).
Ma il ritmo, l’azione, lo humour calibrato (le battute migliori sono naturalmente appannaggio di Tony Stark), la già collaudata presenza e forza scenica di molti supereroi ed il loro innegabile richiamo, funzionano e hanno facile presa.
Merito anche - ed è un’assoluta ed imprevedibile sorpresa - del super arrabbiato gigante verde Hulk. Dotato di furia incontenibile e potenza praticamente invincibile (anche esagerata, per come abbatte le mostruose creature e navicelle aliene), è protagonista di almeno un paio di scene francamente esilaranti e che scatenano giustamente il giubilo del pubblico in sala: quando zittisce a colpi di irrispettose mazzate le tronfie ambizioni semidivine del “gracile” Loki, e nell’occasione in cui sferra un “simpatico” gancio poderoso all’alleato Thor, che l’aveva assistito nell’atterramento di un nemico. Applausi.
Tirando le somme, The Avengers si può valutare nel complesso sufficiente; farà accorrere una festante marea di spettatori (in quale misura si vedrà alla release negli States), avendo saputo muovere discretamente le leve del divertimento e della partecipazione. L’obiettivo è stato pertanto raggiunto. Ciò detto, è l’ennesima accozzaglia blockbusteriana tutta muscoli e azione, niente di più niente di meno, accettabile purché non si divori il resto. E che non può che essere realizzato in un (codificato) modo e terminare in un altro (altrettanto codificato): coi titoli di coda, che annunciano il seguito.
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