Regia di Andrew Stanton vedi scheda film
Nel prologo del prologo di John Carter 3D apprendiamo che su Marte è in corso una guerra sanguinosa fra due città ugualmente potenti, almeno finché?gli emissari della dea Issus non cominciano a parteggiare per una delle due fazioni. Nel prologo apprendiamo invece che la Disney è intenzionata a trasformare John Carter in un franchise da almeno 2 o 3 film, e che Taylor Kitsch può essere confuso con lo sfondo se non si sta molto attenti. Quando finalmente arriviamo su Marte, cominciamo a divertirci: Andrew Stanton, altro genio Pixar che passa al live action (dopo il Brad Bird di Mission: Impossible. Protocollo Fantasma), tratta il muscoloso eroe come un cartoon, e nelle sequenze migliori il granitico veterano sudista diventa, nelle mani del regista, un pupazzo sballottato dall’assenza di gravità e da barbari alieni verdi. Purtroppo Stanton riesce raramente a far emergere la sua vena giocosa e divertita: la sottotrama romantica, che comprende estenuanti spiegoni sulle modalità di “teletrasporto” di Carter dalla Terra a Marte, sprofonda il film nella noia (colpa, anche, di due interpreti privi di carisma) e l’immaginario evocato (da Conan il barbaro a Prince of Persia. Le sabbie del tempo, passando per Star Wars) fa sembrare la pellicola una copia opaca di blockbuster già visti. Un paradosso amaro, se si considera che la saga di Edgar Rice Burroughs, creata un secolo fa, ha anticipato e in gran parte influenzato tutto il fantasy e la Sci-Fi a seguire.
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