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John Carter

Regia di Andrew Stanton vedi scheda film

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La recensione su John Carter

di alan smithee
4 stelle

Tratto come tutti sanno da un personaggio nato dalla fantasia entusiasmante del papa' di Tarzan, Edgar Rice Burroghs, John Carter e' una mega produzione hollywoodiana passata di mano a diversi registi e sceneggiatori prima di poter essere concretizzata per opera di un regista noto ed acclamato per alcune felici produzione di animazione di gran successo, (ricordo in particolare il capolavoro Wall-e) desideroso evidentemente, al pari di altri colleghi, di confrontarsi con gli attori in carne ed ossa (si fa per dire...).
Sulla fedelta' o meno del personaggio cinematografico rispetto a quello letterario non posso dire nulla dato che non ho mai avuto il piacere di affrontare la lettura dei romanzi dedicati all'eroe della guerra di secessione americana catapultato misteriosamente su Marte.
Il film, sontuoso e visivamente sublime, soprattutto nelle maestose vedute aeree della superficie arida e affascinante del pianeta (pare che gli esterni, opportunamente ritoccati, siano stati girati nel deserto dello Utah) soffre come spesso accade in questi casi dell'incapacita/impossibilita' di noi esseri umani di interpretare e rappresentare tipologie di civilta' aliene che non rispecchino usi, costumi e modi di essere delle antiche sontuose civilta' della nostra storia: col rischio di riciclare la pellicola in una ennesima accozzaglia di luoghi comuni e costumi ridicoli (il re e la principessa Dejah in testa) degli "Uomini rossi" che appaiono davvero banali, insopportabili e visti gia' altre mille volte in altrettante situazioni ritrite. Quanto alla razza curiosa degli alieni verdi a quattro braccia capitanati da Tars Tarkas non si va al di la' della gia' fastidiosa rappresentazione affollatissima, quasi caotica, presente nell'ultima faraonica e un po' vuota trilogia di Lucas de Guerre Stellari.
Dopo un interminabile corsa tra astronavi vintage, trivelle mangia-pianeta e il solito malefico di turno, il mistero iniziale che vedeva coinvolto il giovane scrittore Burroghs, richiamato per le esequie del proprio parente scomparso misteriosamente, cerca di venire appianato, ma a quel punto lo spettatore:
1) se e' un bambino si e' gia' rotto e non ci ha capito piu' nulla;
2) se e' un grande si e' gia' vergognato abbastanza della puerilita' dello spettacolo a cui ha assistito per quasi due lunghe ore per trovare la voglia di riprendere in mano un mistero che, almeno inizialmente, pareva potesse destare un certo interesse.
Taylor Kitsch, protagonista assoluto tra alieni verdi e cagnoni affettuosi irruenti ma simpatici, ha certamente le physique du role, ma non eccelle certo in espressivita', cosi' come degnamente e coerentemente (nel bene e nel male) lo affianca una bella e seducente (invero piu' zingara gitana che principessa) Lynn Collins.

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