Trama
Il soldato sudista John Carter (Taylor Kitsch) si risveglia senza un'apparente spiegazione sul pianeta Marte. Si trova in una terra desertica e popolata da due razze di creature diverse: i giganteschi e guerrafondai marziani verdi e i pacifici marziani rossi, da sempre in lotta per il potere. Scappato dalle grinfie dei primi, che lo avevano catturato, John incontra la principessa Dejah (Lynn Collins), che ha un bisogno disperato di trovare un salvatore per il suo regno di marziani rossi, e ha accettato di mettere le proprie forze al servizio di un nuovo ed epico conflitto.
Approfondimento
DALLA PENNA DEL PAPÀ DI TARZAN
L'universo di riferimento di John Carter è La principessa di Marte, il primo degli 11 libri della saga scritta da Edgar Rice Burroughs. Burroughs ha 36 anni quando nel 1911, a corto di soldi e sull'orlo del fallimento, inizia a scrivere il suo primo romanzo a puntate da pubblicare su alcune riviste di genere. Al centro della storia vi sono le vicende di un uomo che approda su Marte e si ritrova a vivere un'avventura di cappa e spada. Convinto che il suo nome non attiri l'attenzione del pubblico, lo scrittore usa lo pseudonimo di Norman Bean ma il successo è tale che, dopo aver esaurito la storia, decide di riunire il corpus delle puntate e farne un libro. Alle avventure de La principessa di Marte, però, non segue il riscontro per un secondo romanzo di carattere storico, tanto che per risollevarsi Burroughs ritorna alla fantasia dando vita a Tarzan, uno dei romanzi del XX secolo più venduti al mondo.
Mentre Tarzan, nel corso dei decenni, ha goduto di varie trasposizioni cinematografiche, la saga delle cronache di Marte ha dovuto attendere fino al 2012, quando la Disney ha portato sullo schermo il primo capitolo per ridare voce a una fantascienza pionieristica. Perché, nonostante possa suonare strano a chi lo associa soprattutto a Tarzan e al genere fantasy, Burroughs è anche stato soprattutto un autore di fantascienza, così come la intendiamo ancora oggi.
UNA STORIA DI CAPPA E SPADA
I romanzi di Burroughs non sono altro che avventure romantico-scientifiche. La molla che scatena le storie è sempre la stessa: un uomo e una donna vengono separati e l'uomo è costretto ad affrontare infinite prove per ricongiungersi a lei. Nell'affrontare i suoi nemici sul pianeta Marte, John Carter incontra strane creature, come il "cane da guardia alto quanto i pony", che diventa suo amico, o la pericolosa Scimmia Bianca, "alta come una giraffa e feroce come un leone", con cui dare spettacolo attraverso combattimenti di altissimo livello senza necessariamente ricorrere a soluzioni ardimentose. Nel tracciare il personaggio di Carter, Burroughs aveva infatti in mente l'eroe dei primi film di cappa e spada, Douglas Fairbanks. Leale, intergerrimo, onesto e coraggioso, anche Carter affronterebbe con sagace umorismo e stile unico mille e più pericolose creature piuttosto che abbandonare Wolla, il suo calot - un grosso cane lucertola dalle 10 zampe e dai denti molto affilati.
PRIMO VIAGGIO SU MARTE
Barsoom, come gli abitanti del pianeta chiamano Marte, è un mondo morente. I suoi oceani sono da tempo prosciugati e le coste sono punteggiate da città abbandonate. I famosi canali sono l'ombra di quello che erano e l'atmosfera è mantenuta vivibile solo attraverso una grande cappa di protezione. Ad essere più che viva, invece, è la civiltà marziana, sotto il controllo di orde di nomadi semi barbari, alti più di 3 metri e con quattro braccia, i Marziani verdi, in costante guerra con la razza umanoide dei Marziani rossi. La fantasia di Burroughs ha contribuito ad armarli di tecnologia utile a massimizzare l'azione. La principale forma di trasporto dei Marziani rossi è, ad esempio, una macchina volante, immune dalla forza di gravità e capace di raggiungere anche le 200 miglia orarie, mentre il trasporto terrestre è favorito da speciali "cavalli" a otto zampe. Le armi più usate sono soprattutto lance e spade ma i giganti non disdegnano l'uso di "cannoni radio", capaci di sparare con massima precisione proiettili esplosivi anche a 100 miglia di distanza, mentre rarissimo è l'uso di arco e frecce.
MAMMA, LI MARZIANI!
La cultura dominante di Barsoom è quella dei Marziani rossi. Organizzati in un sistema di città-stato, sono i discendenti degli antichi Marziani Gialli, un incrocio tra i Marziani bianchi e i Marziani neri, che vivono ancora in alcune aree isolate del pianeta, come le estremità polari. La loro presenza sul pianeta è aumentata quando i mari di Barsoom hanno cominciato a prosciugarsi, nella speranza di creare una forte razza in grado di sopravvivere nel nuovo ambiente. Sono altamente civilizzati, rispettano la proprietà privata, aderiscono a un codice d'onore e hanno un forte senso di equità, garantito anche da un sistema di leggi. Dotati di tecnologie all'avanguardia, sono capaci di amare e costituiscono nuclei familiari.
I Marziani verdi, invece, sono ben diversi, con le loro 4 braccia, gli occhi presenti solo su un lato della faccia e la loro straordinaria altezza. Nomadi e guerrieri barbari, non formano famiglie, non conoscono il significato dell'amicizia e dell'amore e godono nell'infliggere torture alle loro vittime. La loro è una struttura sociale gerarchica e piramidale, che fa capo a un Jeddak onnipotente, titolo che si ottiene sul campo di battaglia e non per tradizione ereditaria. Le varie tribù prendono il nome dal loro Jeddak, cavalcano animali aggressivi (i thoat) e sono armate di spade, lance e cannoni radio che hanno razziato nelle incursioni contro i Marziani rossi. Primitivi e intellettualmente poco evoluti, con un linguaggio sconosciuto ma realistico, vivono nelle rovine delle antiche città e sono nati da un esperimento biologico andato storto.
L'unico a far eccezione è Tars Tarkas, che ha conosciuto nel corso della sua vita l'amore della compagna e della figlia.
Note
Andrew Stanton tratta il muscoloso eroe come un cartoon, e nelle sequenze migliori il granitico veterano sudista diventa, nelle mani del regista, un pupazzo sballottato dall’assenza di gravità e da barbari alieni verdi. Purtroppo Stanton riesce raramente a far emergere la sua vena giocosa e divertita: la sottotrama romantica, che comprende estenuanti spiegoni sulle modalità di “teletrasporto” di Carter dalla Terra a Marte, sprofonda il film nella noia (colpa, anche, di due interpreti privi di carisma) e l’immaginario evocato (da Conan il barbaro a Prince of Persia. Le sabbie del tempo, passando per Star Wars) fa sembrare la pellicola una copia opaca di blockbuster già visti.
Trailer
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Commenti (6) vedi tutti
La scelta del attore principale non mi convince...il suo dopo barba è troppo profumato.
commento di NobreMarte o morte !
leggi la recensione completa di ImmoraleUno stile fantascientifico tutto nuovo. Trovano poco spazio gli approfondimenti tecnologici, a favore di molta azione. Parecchie trovate originali e un finale molto divertente.
commento di bebabi34meta' fantascienza, meta avventura ma dura troppo e alla fine stanca
commento di raimeasi lascia guardare ,ma non che sia un bel film ..
commento di danandre67Voto al Film : 4
commento di ripley77