Regia di Tibor Takacs vedi scheda film
Il terrore viene dallo spazio, o forse dalla Russia: una vecchia stazione sovietica in orbita viene colpita da un meteorite e i detriti finiscono dritti nella metropolitana di New York. Quella che era iniziata come un’altra semplice brutta giornata per il supervisore del traffico Jason Cole si trasforma rapidamente in un incubo di dimensioni geneticamente modificate: il suo miglior amico e collega diventa incubatrice umana per una razza di aracnidi che poco hanno di terrestre e meno di rassicurante, rapidamente destinati a moltiplicarsi, assumere proporzioni gigantesche e portare devastazione a otto zampe nella Grande mela. Veterano del bestiario sovradimensionato e mordace, il mestierante Tibor Takács ha nel suo curriculum ratti, serpenti, kraken, zanzare antropomorfe e una precedente incursione nella tela di ragni ipertrofici (Ice Spiders - Terrore sulla neve). Qui innesca il pilota automatico lasciando che una premessa svogliata si sviluppi in un’invasione senza un guizzo di divertimento. Penalizzato dal budget che lascia scoperti i piedi a una computer grafica molto lontana dagli standard odierni, il film non tenta nemmeno la carta della consapevolezza sfacciata e goduriosa delle produzioni mockbuster della Asylum, nonostante il plot preveda un grottesco rigurgito di Guerra fredda, con un colonnello americano intenzionato a carpire il segreto di questa improbabile arma bolscevica. Al netto dell’inesistente autoironia e della tensione non pervenuta, risulta difficile lasciarsi intrappolare nella ragnatela.
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