Regia di Luigi Comencini vedi scheda film
Comencini viene chiamato a dirigere ancora una volta i bambini: chi meglio di lui avrebbe saputo mettere in scena il romanzo Cuore di Edmondo De Amicis? Al di là di questa domanda retorica, il lavoro compiuto dal regista di Salò è assolutamente buono, se si considerano soprattutto i forti limiti della forma televisiva e i paletti imposti dalla produzione: tre volti celebri (Johnny Dorelli, Giuliana De Sio, Bernard Blier), più un paio di nomi di rilievo in ruoli laterali (Andrea Ferreol e Ugo Pagliai), qualche guest star (Eduardo De Filippo, Renato Scarpa), fotografia stratelevisiva: luci perennemente alte, prevalenza di interni palesemente costruiti in studio, a cura di Luigi Kuveiller, musiche sonnolente di Manuel De Sica. Con questo materiale a disposizione, pur non disonorevole, era comunque difficile fare di meglio. La Rai chiede sei puntate di un'ora ciascuna: le vicende dei vari Franti, Bottini, Precossi, Garrone, Coretti e del maestro Perboni prendono vita attraverso una narrazione pulita, ma poco dinamica, semplice a seguirsi a prescindere dalla puntata. L'entusiasmo fu tale all'epoca che ne venne realizzata una versione tagliata di circa due ore di durata da presentarsi a Venezia, fuori concorso; Comencini, dal canto suo, ne approfitta per inserire parentame vario: dalle due figlie, Cristina (co-sceneggiatrice con Suso Cecchi D'Amico e con il regista stesso) e Paola (impiegata come costumista) fino al nipotino Carlo Calenda (nel ruolo di Bottini da piccolo). I contenuti di Cuore sono fin troppo celebri, ma tanto vale dare un'approssimativa rispolverata: in sostanza quanto il romanzo (e il film) ci vuole trasmettere è una lezione di patriottismo e di morale, legando le fortune e le miserie dei vari personaggi al rispetto (o alla sua mancanza) dei valori patriottici: senza soffermarsi ulteriormente, un testo proto-fascista. Le cose migliori della pellicola vanno ricercate negli inserti in stile cinema muto che Comencini dedica ai vari racconti contenuti nel libro: Sangue romagnolo, Il piccolo scrivano fiorentino, Il tamburino sardo e via dicendo. 6/10.
Disavventure di un gruppo di alunni elementari nella Torino di fine Ottocento. Alcuni di loro si ritroveranno assieme sul fronte nella prima guerra mondiale.
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