Regia di Bertrand Blier vedi scheda film
Bell'esordio, dall'impatto dirompente, per un regista che nei film successivi raramente ha saputo tenere fede alle promesse fatte con questo. I santissimi (sono proprio loro: anche detti zebedei, o peggio...) comincia come una commedia spensierata ed anarchica, per incupirsi strada facendo, fino ad una scena raccapricciante di cui è protagonista Jeanne Moreau (bravissima, come al solito). Poi i due protagonisti riprendono la loro solita vita di inconsapevole sabotaggio ai valori borghesi: la macchina, la moglie (del soldatino), l'amante, i soldi, la figlia, la vacanza, il picnic e così via. L'unico cruccio che sembra colpire i due amici deriva da qualche defaillance della loro virilità, ma anche quella, alla fine, non è che uno dei tanti vincoli borghesi - come la verginità dalla quale liberano la giovane Jacqueline (un'esordiente, o quasi, Isabelle Huppert) - tanto che alla fine resta anche un sospetto di omosessualità tra i due "santissimi".
Notevole la prova dei due attori protagonisti, uno assurto all'olimpo dei divi del cinema internazionale (Depardieu), mentre l'altro (Dewaere), già compagno della coprotagonista Miou-Miou, qualche anno dopo metterà fine ai propri giorni e alla propria carriera con un colpo di fucile.
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