Regia di Barry Levinson vedi scheda film
Finto reportage, costruito sull'esempio di pellicole come Rec o Il Quarto TIpo, che parte da un dialogo in via skype tra una giornalista e un intervistatore in cui si parla, a ritroso, di un'inconsueta epidemia che ha falcidiato in un sol giorno gli abitanti di una cittadina del Maryland nel giorno dell'indipendenza degli Stati Uniti.
Barry Levinson, oscar alla regia per Rain Man, gestisce il materiale lavorando soprattutto di montaggio (notevole lavoro di Aaron Yanes) alternando materiale video amatoriale, spacciato come riprese girate da comuni cittadini in vacanza o da giornalisti impegnati a confezionare il loro servizio, a materiale video estrapolato dalle telecamere a circuito chiuso piuttosto che di servizio (quelle all'interno delle auto della polizia) o di quelle collocate nei punti cardinali della città per motivi di ordine pubblico, per non parlare delle registrazioni delle telefonate tra cittadini che raccontano a chi non si trova sul posto quanto sta succedendo.
Ne esce fuori un film che riesce a impressionare lo spettatore per il suo apparire realistico come pochi altri. Levinson trasforma il film in un finto documentario che vede all'opera dei parassiti che, causa l'inquinamento marino e la depurazione non riuscita del circuito idrico, hanno assunto dimensioni ben superiori alle consuete e crescono nell'organismo umano nutrendosi degli organi interni dell'uomo. Il taglio è altamente drammatico, con effetti gore (tra cui eruzioni cutanee impressionanti) che hanno causato l'applicazione del divieto ai minori di anni 14 (in America è vietato ai minori di anni 17). Sembra di assistere, pur se girato e montato in un modo che richiama l'evoluzione attuale del sistema delle registrazioni, a uno di quei film gore deglli anni ottanta che hanno in Slugs (1988) un caposaldo. Molto consigliato. Tra i migliori horror degli ultimi venti anni.
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