Regia di Barry Levinson vedi scheda film
Ma ti pare che dopo Blair Witch Project, Paranormal activity e tutti i relativi sequels e cloni che ne sono derivati, fosse ancora stagione propizia per sfornarci l'ennesimo mockumentary? Questa volta un horror catastrofico su una pandemia che sconvolge una amena località marina statunitense, Chesapeake Bay, le cui acque, avvelenate da rifiuti di ogni genere, alimentano e diffondono un parassitaa micidiale che presto si trasferisce dall'animale (pesci ed uccelli) all'essere umano, generando una contagio senza precedenti con morie repentine non senza atroci sofferenze e degenerazioni.
Poteva inoltre venire in mente di tornare ad un genere ormai abusato e protagonista di tanti prodotti inutili e superficialmente acchiappa soldi, proprio ad uno dei registi più classici e da Studios dell'ultimo trentennio come Barry Levinson? Fatto sta che così è stato e il film, decisamente girato con una certa accuratezza sopra la media rispetto ai spesso superficiali concorrenti, appare decisamente fuori tempo massimo, incongruo come un abito demodé, in ritardo sui gusti che cavalcano le scelte del pubblico sovrano. E se il discorso di fondo resta indubbiamente inquietante, pieno di spunti che potrebbero rivelarsi meno assurdi di quanto potrebbe apparire a prima vista (l'inquinamento delle falde acquifere, i mancati controlli o il minimizzare delle autorità su un problema spinoso come quello della salvaguardia dell'ambiente), il film infastidisce per la presenza spesso ingiustificata di cineprese che dovrebbero documentare "naturalmente" il corso degli eventi, nonché per il poco spessore di un cast che racchiude volutamente nomi ignoti sullo schermo, in modo da garantire l'effetto documentario che invece ha solo la capacità di distruggere il prezioso elemento "fiction" che da sempre risiede nelle caratteristiche più solide del celebre regista premio Oscar.
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