Regia di Barry Levinson vedi scheda film
Film che si potrebbe riassumere nel "poca spesa, grande resa", con sequenze per lo più amatoriali ma in grado di trasmettere una sana inquietudine nello spettatore, anche se a volte c'è la sensazione di aver voluto fin troppo calcare la mano
Con uno stile volutamente minimalista, basato su riprese amatoriali, inframezzate da telecamere di sorveglianza e dirette Skype, "The bay" ha dalla sua il fatto di riuscire in questo modo a dare mordente ad un film che non spicca certo per originalità (colonie di parassiti che infestano una cittadina fino a causare la morte di metà degli abitanti). Dal regista di "Rain Man" forse ci si poteva aspettare qualcosa di più, ma se lo scopo del film era di trasmettere una sana inquietudine nello spettatore, si può dire che l'intento è in gran parte riuscito, e per di più a basso budget. Certo alcune sequenze sono fin troppo calcate e poco plausibili, ed il continuo cambio di inquadratura (ma anche di tipologia di girato) può dare quasi una sensazione di straniamento, ma proprio questo veleggiare tra film e documentario in presa diretta lo rende un film a suo modo intrigante, al di là dei già citati eccessi. Inevitabile poi, in alcune sequenze, non pensare al contemporaneo "Contagion" che aveva già affrontato il tema dell'emergenza sanitaria ed epidemiologica e che si dimostrerà poi molto più profetico per quanto avvenuto in tutto il mondo nel 2020.
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