Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Con questa commedia Carlo Verdone dimostra di non vivere su di un altro pianeta, come invece sembra essere per quasi tutti i suoi colleghi che vivono di commedia, condendo di risate, spesso amare, una realtà tutt’altro che facile senza comunque essere troppo pungente.
Ulisse (Carlo Verdone), Fulvio (Pierfrancesco Favino) e Domenico (Marco Giallini) sono tre uomini molto diversi, ma accomunati dal fatto di essere padri separati alle prese con la crisi economica.
Si troveranno a condividere lo stesso appartamento per riuscire ad arrivare (quasi) alla fine del mese, mentre i loro problemi famigliari sono in continua evoluzione.
Un giorno poi irrompe nella loro vita l’irruenta Gloria (Micaela Ramazzotti) che porta una ventata di aria fresca, ma anche di problemi, a Ulisse.
Non stiamo messi bene e questo film ha il merito di affrontare un clima di disagio sempre più opprimente e palpabile senza dimenticarsi di riderci sopra.
Così da un lato si affronta la situazione in maniera disinvolta (ma almeno la si affronta), dall’altro non possono mancare situazioni tragicomiche tra chi si vende come accompagnatore, un appartamento rumoroso e senza campo (per il telefonino), un maldestro tentativo di furto e tante piccole vicissitudini della vita negli anni della crisi più nera e non solo quella economica, ma anche quella legata ai rapporti umani sempre più complicati da vivere con quell’armonia che non dovrebbe invece mai mancare.
E rispetto a tanti film precedenti di Verdone qui l’autore romano può contare su di un cast importante per il tenore della trama.
Oltre a se stesso, che ha un ruolo ovviamente centrale, spicca un Marco Giallini sovraccaricato ad hoc (il suo personaggio è il motore della maggior parte delle situazioni), mentre una verace Micaela Ramazzotti scompagina le carte in tavola tra confusione e freschezza.
Film anche bello lungo per il genere (di solito le nostre commedie recenti stentano a raggiungere i novanta minuti), forse un po’ troppo diluito che però scorre in maniera piacevole cedendo più di un punto in un finale che, senza risolvere tutti i problemi, mette comunque a posto probabilmente più del dovuto (ed in maniera un po’ semplicistica).
Va comunque detto che il tema (tre padri separati che vivono insieme) era probabilmente un’idea più duttile su di una fiction visto che le varie dinamiche potevano essere arricchite all’infinito, con l’unica grande difficoltà di arrivare ad una quadratura del cerchio che in effetti non si può considerare certo rigenerante.
Rimane un discreto lavoro, leggero forse a tratti anche banale, ma che si ride “addosso” senza tanti problemi e che in fondo risulta genuino come è indubbiamente nelle corde del suo autore (che personalmente apprezzo da sempre).
Attuale e divertente (con moderazione).
Cerca di coniugare i tempi della commedia con un soggetto dal substrato (leggermente) più impegnato e vi riesce solo in parte.
Come attore lo trovo sempre simpatico, qui già solo per le situazioni che il suo personaggio deve affrontare per le quali, oltre alla risata (che più volte arriva), suscita qualche sfumatura in più di incertezza e difficoltà.
Più che discreto.
Molto professionale, ma tra i tre protagonisti è quello che si muove più faticosamente.
Comunque più che sufficiente.
Giusto che sia lei a portare un pò di irrequietezza.
Più che sufficiente.
Caricato a dovere si erge più volte protagonista della scena con un fare "grossolano", ma molto funzionale alla causa.
Più che discreto.
Purtroppo si vede solo un paio di volte e senza scene portanti alle spalle.
Anche lei è chiamata ad operare sullo sfondo.
sufficiente.
Nei panni della figlia di Ulisse.
Bel volto vivave.
Tale padre tale figlia (del personaggio di Domenico intendo).
Verace.
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