Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Ulisse Diamanti, produttore musicale caduto in disgrazia per il flop artistico della giovane e rancorosa ex moglie e per la crisi della discografia, sbarca a stento il lunario con i magri proventi di un negozio di vinili, nel quale passa le giornate, circondato da oggetti vintage, nella nostalgica rievocazione del passato. Fulvio Brignola, apprezzato critico cinematografico, è ormai sul lastrico: lasciato dalla giovane e bella consorte vittima della depressione post partum e retrocesso a cronista di gossip alla scoperta di una sua tresca con la moglie del capo, dorme dalle suore e sopravvive con poche centinaia di euro al mese. Domenico Segato, squinternato titolare di un'agenzia immobiliare e gigolò per attempate e facoltose signore, ha bruciato una fortuna per il vizio del gioco, ha un matrimonio fallito alle spalle, due figli grandi che non lo sopportano e una bimba più piccola della quale non ricorda memmeno il nome. Per risparmiare sull'affitto, i tre si ritroveranno a consumare una difficile convivenza che, forse, si trasformerà in amicizia. Probabilmente, assieme a "L'amore è eterno finché dura", il miglior Verdone degli ultimi 15 anni: ritratto divertente e malinconico, ma affettuoso e non privo di aperture alla speranza, di una generazione di uomini maturi alla deriva di fallimentari storie sentimentali e con l'aggravante di situazioni economiche non proprio floride che trovano il loro riscatto nel recuperare il proprio rapporto con i figli. Ricco il cast, ma invero non sempre convincente con un Carlo Verdone in uno dei ruoli forse più delicati e malinconici della sua carriera, un Pierfrancesco Favino leggermente sottotono, uno strepitoso Marco Giallini a fare da mattatore comico, una Micaela Ramazzotti un po' inadeguata a replicare sostanzialmente il personaggio di Margherita Buy in “Maledetto il giorno che ti ho incontrato”. Peccato per la solita rassegna di prodotti pubblicizzati surrettiziamente, ma il film è davvero valido: quattro stelle.
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