Regia di Ivan Engler, Ralph Etter vedi scheda film
A volte un film non deve essere necessariamente originale e nuovo per piacere ad accontentare i gusti neanche troppo scontati dello spettatore.
E' più che sufficiente una accattivante ambientazione, anche povera e al risparmio come in questo caso in cui un film di fantascienza a basso costo, ambientato anche per tale motivo tutto in una malconcia enorme astronave cargo, utilizza probabilmente interni di strutture industriali desuete e alla deriva ed effetti speciali poveri ma non per questo non efficaci e stimolanti, per riportarci nei set e nelle situazioni di ben altri film e filmoni, produzioni celebrate e vivificate dalla linfa e dai fasti di un budget che assiste e viene incontro ad ogni problematica o verosimiglianza.
Il fatto, abbastanza anomalo, che si tratti inoltre di una produzione elvetica girata in tedesco, rende il film ancora più intimamente prezioso, affascinante o almeno curioso. Pazienza davvero se la trama richiami alla mente, senza particolari sforzi mnemonici, molte altre situazioni viste e riviste chissà in quante altre occasioni, anche di recente. Anzi forse questo riproporle coraggiosamente, con accurata professionalità, con attori perfettamente sconosciuti ma non per questo meno efficaci di molte star blasonate che li hanno preceduti, rende l'operazione davvero preziosa.
Anno 2267: risvegli improvvisi da un sonno sospeso necessario per far trascorrere il tempo infinito di un viaggio interplanetario in un liquido amniotico denso ed inquietante che costituisce come una bara sepolcrale per mesi e mesi di letargo indispensabile; intanto nell'equipaggio incognite sempre inquietanti affiorano a proposito di un viaggio nato per essere un semplice trasporto di merci (il cargo del titolo) e per permettere alla protagonista femminile, medico di bordo, di guadagnare la somma necessaria per raggiungere la sorella e la sua famiglia sul paradiso agognato di Rhea dopo che la Terra, devastata ed inquinata in modo irrecuperabile, ha cessato di poter accogliere e dare asilo ai suoi abitanti; un traditore (o presunto tale) che minaccia una comunità intrappolata in una gabbia gelida e arrugginita che si sgretola poco per volta; un paradiso che riescono a meritarsi in pochi e che in realtà è un enorme plateale inganno da parte delle istituzioni; il pianeta Terra, offeso e martoriato da un progresso cieco e indicriminato che riesce tuttavia a riprendersi ciò che gli è stato tolto con la violenza e l'arroganza e a poter riaccogliere senza troppi rimorsi l'essere scellerato che lo ha quasi distrutto.
L'epopea del viaggio, lo spazio freddo, buio e profondo che mette i brividi, l'astronave-mostro che muta, sposta i suoi enormi ingranaggi come un immenso cubo magico letale e colmo di insidie, una forza od entità che elimina poco per volta i suoi ospiti.
Un riuscito dignitosissimo collage di situazioni da manuale per una fantascienza che personalmente continua ad affascinarmi e a tener desta la mia attenzione come ai bei tempi della mia adolescenza a base di Star Wars e di molti altri cloni (per lo più mediocri) che ne sono seguiti.
Scoperto grazie all'amico Giannisv66 che me ne ha parlato appassionatamente durante il tempo di un viaggio in macchina, Cargo è un film comunque affascinante che si lascia perdonare molte cose e che ritengo pure io, come ha scritto poco tempo fa il mio caro amico di cui sopra, vada incoraggiato con un giudizio nettamente e sin sfacciatamente positivo.
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