Regia di Yoji Yamada vedi scheda film
Due anni dopo TWILIGHT SAMURAI, l'anziano regista Yoji Yamada torna sul tema dei samurai cone questo THE HIDDEN BLADE al quale seguirà LOVE AND HONOR del 2006. La storia resta molto somigliante a quella del film precedente anche se, malgrado un cast più debole, il risultato mi è parso di maggiore efficacia. Vi sono infatti un ritmo più elevato, meno personaggi ma meglio caratterizzati e un finale più godibile rispetto a quello strappalacrime del primo film. La storia si svolge nel Giappone di metà '900, quando il culto del samurai stava ormai giungendo al termine in seguito all'iportazione delle armi da fuoco dagli inglesi. Su questo sfondo si narrano le vicende di Muzeno Katagiri (Masatoshi Nagase) un samurai caduto in restrizione economiche in seguito al suicidio del padre. Muzeno vorrebbe sposare la sua domestica Kie, ma i suoi famigliari non accettano che lui prenda moglie una donna povera. Kie esce quindi dalla sua vita, ma un giorno Muzeno reincontra la ragazza vedendola fisicamente debilitata. Kie è infatti stata presa in sposa da un mercante che l'ha ridotta in condizioni di schiavitù, fino quasi ad ucciderla. Muzeno, che è ancora innamorato di lei, decide così di portarla nella sua magione per curarla provocando però i pettegolezzi dei vicini sul suo onore. Nel frattempo il samurai Hazama, fin da bambinio grande amico di Muzeno, viene arrestato con l'accusa di aver cospirato contro il suo padrone. Hamaza riesce però a sfuggire, barricandosi dentro una casa di contadini tenendo i prorpietari in ostaggio. Muzeno viene inaricato dal suo capo di uccidere Hazama, senza possibilità di rifiuto. La moglie di Hazama si reca da Muzeno, con l'intento di offrire se stessa per convincere il samurai a lasciar scapapare il marito. Muzeno le dice di non poter rifiutare l'ordine impartitigli, dovendo adempire all'incarico senza poter scegliere. Dopo la morte di Hazama, avvenuta in seguito ad un'arma da fuoco, la donna chiede a Muzeno se non aveva ricevuto l'ordine di risparimiarlo. Questa era infatti stata a letto col capo di Muzeno, il quale le aveva promesso di ordinare al samurai di non uccidere il suo consorte. La donna si toglie così la vita per il disonore, mentre Muzeno decide di vendicarsi del suo viscido comandante per il tradimento compiuto... Muzeno pensa anche di riavvicinare Kie, che era stato costretto ad allontanare per via delle maldicenze... Ho perso un po' di tempo nella spiegazione della trama perchè questo film, come anche LOVE AND HONOR, non esiste in lingua italiana. In un primo momento, i film di Yamada non li avevo apprezzati: pur trattando di samurai non si rivelano infatti delle pellicole d'azione alla 13 ASSASSINIS o THE LAST ZATOICHI. I combattimenti sono pochi, uno o due al massimo, mentre lo sviluppo della storia avviene in modo lento e tranquillo. Si è quindi più sul genere drammatico che su quello dell'azione/marziale, anche se qui c'è un po' più di movimento rispetto a TWILIGHT SAMURAI. Soprattutto però ho approvato il fatto di togliere i famigliari del samurai, mentre nel primo c'erano le due figlie e la madre anziana che prendevano molto spazio. In questo modo viene concesso maggior risalto alla storia d'amore tra Muzeno e Kie e alla amicizia virile tra Muzeno e Hazama. Un altro aspetto imprenscindibile è costituito dalla fotografia e dalle scenografie pasesaggistiche, le quali identificano in modo eccelso le atmosfere del Giappone dell'epoca. Personalmente Yamada lo considero come il Woing Kar-wai giapponese, questo per le attenzioni ai dettagli delle immagini, alla rappresentazione dei rapporti umani e dei sentimenti romantici dei protagonisti che si notano nei suoli titoli. Nel complesso un grande film, che riesce ad essere spettacolare e avvincente nonostante un budget ridotto e una quasi totale assenza d'azione. Se si apprezza un po' il genere è fortemente consigliato, anche TWILIGHT SAMURAI non era stato male ma questo lo giudico più completo.
Ottima
Il confronto con Hiroyuki Sanada è arduo, ma non se la cava male
Preferivo Rie Miyazawa, ma anche lei attribuisce un certo spessore al suo personaggio
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