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Ghost Rider: Spirito di vendetta

Regia di Mark Neveldine, Brian Taylor vedi scheda film

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La recensione su Ghost Rider: Spirito di vendetta

di supadany
5 stelle

Il primo “Ghost rider” era un blockbuster, per questo seguito si è cercato di cambiare qualcosa, sembra quasi un b-movie (anche se si sono spesi 57 milioni di dollari che poi sono sempre la metà di quelli investiti nel primo) e forse per questo può attirare qualche simpatia in più, purtroppo il risultato non va di molto oltre.

Da qualche anno Johnny Blaze (Nicolas Cage) vive ai margini, ma quando un bambino, dal quale dipende molto, di nome Danny è oggetto delle mire di quel diavolo (Ciaran Hinds) col quale lui stesso ha sancito un patto indelebile, torna in campo con tutta la brutalità di cui è capace.

Il suo obiettivo è quello di riacquisire la normalità, ma la situazione lo porterà prima di tutto a tirar fuori il lato che vorrebbe elidere.

 

 

Mark Neveldine e Brian Taylor non sono poi registi così banali, a film di serie B riescono spesso ad imprimere una marcia in più, questa volta sono “costretti” ad alzare il tiro e se da un lato forniscono maggior vivacità dall’altro sono costretti a fare i conti con un soggetto dato già per morto un po’ da tutti, nonostante i risultati commerciali del primo film non fossero stati poi così tremendi, ma la memoria a volte funziona ancora e finiscono col pagare oltremodo una scontata negatività di partenza.

Si tratta di un film simpaticamente sborone, sempre, o quasi, giocato sull’eccesso più incontrollato, quasi famelico come indole, che prova ad inserire un po’ di umorismo ed a architettare scene d’azione quasi sfrontate oltre che sovra eccitate.

Operazione non proprio riuscitissima, un po’ per partito preso (il primo film non si scorda e Nicolas Cage non è più la star che ti viene in aiuto nel momento del bisogno), un po’ perché in effetti a parte qualche variazione di ritmo (il frangente dai monaci, tra i quali si rivede finamai ChristopherHighlanderLambert possiede un innato fascino scenico) il canovaccio riesce ad avere coreografie di un certo impatto, ma poi procede un po’ troppo stancamente e con un po’ di ripetitività.

Questo nonostante un cast di supporto di livello discreto (Ciaran Hinds non è l’ultimo arrivato ed Idris Elba ha l’imponenza del fisico), nel quale comunque ancora una volta la “nostra” Violante Placido non è fortunata in trasferta, e qualche idea scenica (oltre al luogo dei monaci il decompositore è decisamente cool).

Un film probabilmente molto meno peggio di quanto non potesse essere, ma in fondo ancora troppo deficitario, non basta qualche buona idea di contorno per risollevare il nucleo.

Spavaldo, ma un po’ inerte.  

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