Regia di Luca Miniero vedi scheda film
Immancabile sequel di quello che a suo tempo fu un discreto remake di una intelligente e spiritosa commedia campione d'incassi in Francia.
Le idee, quindi, stavolta dovevano essere nuove e purtroppo non si può affermare che siano state altrettanto valide.
Gli stereotipi vecchi di cinquant'anni e più sul Nord in cui la vita è frenetica, c'è sempre freddo, va di moda andare per feste, si mangia male, funziona tutto ma la gente è poco cordiale, e peggio, razzista, oramai si sono visti, rivisti e sentiti in qualsiasi barzelletta.
Per tentare di oliare questo meccanismo usurato vengono inseriti alcuni spunti di discutibile e stonato surrealismo (una sorte di Grande Fratello che vigila sull'efficienza degli impiegati delle Poste, Bisio che si appende testa in giù all'architrave stile American Gigolò, due dialettofoni di due regioni diverse che si comprendono) e la recitazione è portata all'esperazione.
Al di là di questo, alla fine della visione la propaganda pro Nord è abbastanza forzata: quali sono i suoi caratteri di ben venuto non risulta spontaneo comprenderlo, se non negli ultimi cinque minuti in cui ci viene esplicitamente spiegato.
Deludente.
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