Regia di Luca Miniero vedi scheda film
Una volta comprati i diritti di Giù al nord (Dany Boon, 2008), successo cinematografico francese, e ottenuto un riscontro più che buono con la trasposizione in chiave italiana intitolata Benvenuti al sud (2010), Miniero deve aver pensato: perchè no? Facciamone un sequel speculare, nel quale invece di catapultare il 'nordista' al sud, trasciniamo il 'sudista' al nord. Seguono identiche gag su dialetti, abitudini e mentalità differenti e, all'apparenza, inconciliabili; fino all'ovvia conciliazione conclusiva. Ecco perchè Benvenuti al nord è un film di scarso appeal, risaputo, che rasenta l'aggettivazione disonorevole di 'superfluo'. Oltrettutto, se nel primo capitolo Bisio (bravissimo, come qui) era solo al comando e aveva Siani come spalla, qui i due si contendono il ruolo di protagonista per tutta la durata della pellicola, evidenziando una larga disparità nella costruzione dei personaggi da parte degli sceneggiatori (Fabio Bonifacci e il regista). A parziale loro discapito va comunque notato che è difficile, in effetti, creare un personaggio su Siani, che è pure bravo, ma non riesce a fare altro se non scimmiottare Troisi. Tornano, nel cast, anche la Finocchiaro, Giacomo Rizzo, Nando Paone e Valentina Lodovini; l'aggiunta 'spettacolare' questa volta è la partecipazione (incisiva quanto basta) di Paolo Rossi, comico teatrale malvisto dalla tv e poco sfruttato dal cinema. Miniero, non ancora del tutto appagato, tornerà due anni dopo con Un boss in salotto, sorta di riassunto dei due 'Benvenuti'. 3/10.
Un impiegato delle Poste campano si vede trasferito forzatamente a Milano. Sarà costretto a vincere tutti i suoi pregiudizi sul nord e sui suoi abitanti.
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