Regia di Luca Miniero vedi scheda film
Seguito del remake a stretto raggio di tempo (d’altronde il boxoffice chiamava ad alta voce), speculare al precedente semplicemente con i ruoli invertiti, infatti non siamo più nel ridente napoletano, ma nella nebbiosa ed iper attiva, lavorativamente parlando, Milano.
Per un malinteso Mattia (Alessandro Siani) si ritrova a lavorare a Milano alle dipendenze di Alberto (Claudio Bisio) che nel frattempo è alle prese con un nuovo progetto per migliorare la produttività.
Entrambi sono ai ferri corti con le rispettive compagne, con la differenza che Alberto lavora troppo e che Mattia invece non è per niente affidabile.
Toccherà ai due convincere le loro donne che le cose possono anche cambiare.
Struttura teleguidata, fin troppo facile intuire come le cose andranno a finire, ma comunque ho trovato il film abbastanza simpatico (almeno rispetto alla media delle commedie commerciali made in Italy) ed anche diretto discretamente almeno nella prima parte che risulta più spassosa e meno pasticciata, grazie soprattutto alla Finocchiaro ed ai classici misunderstanding dell’ambientamento in “terra straniera” (oltre che ad alcune idee riprese, e solo in parte modificate, dal primo film come il nuovo impiegato finto cieco).
Certo che alla lunga la sceneggiatura si incanala su di una traccia sentimentale meno vivace, e tutta la parte conclusiva, senza parlare poi dei titoli di coda affidati a Emma Marrone, è tirata per le lunghe perdendo per giunta quasi ogni sorta di umorimo.
Un altro demerito è utilizzare espedienti usurati per cercare (inutilmente) di far ridere, in questo senso due esempi lampanti sono la fine del povero pesce rosso e il mastino napoletano accompagnato da fumetti esplicativi.
In ogni caso non si poteva chiedere troppo a questo seguito ed in fondo è forse anche superiore al remake, le cose migliori arrivano dal cast di contorno, dalla Finocchiaro disillusa dalla vita (almeno fino a quando lo è) e dai cumpà napoletani che quando arrivano a Milano non possono credere ai loro occhi.
Un prodotto commerciale semplice semplice che alterna risate a sbadigli per un risultato secondo me non così disprezzabile anche se vedere sui titoli di coda Bisio col (finto) copione di “Benvenuti a est” non offre grandi sensazioni.
Passabile.
Non ci voleva di certo un genio per fare un film così (seguito di un remake seguendo la stessa formula spostando solo gli addendi).
In ogni caso mi è parso quasi migliore della prova precedente.
Abbastanza simpatico anche se le circostanze non sempre lo aiutano ed in alcuni casi non ci fa una bella figura.
Più che sufficiente.
Prova a fare il simpatico in continuazione e non sempre vi riesce.
Sufficiente.
Esilerante nella prima parte, quando può fare la rassegnata in amore, ma poi il suo personaggio è fin troppo accomodante sul finale.
Discreta.
Ruolo fiacco ed omologato al massimo.
Poco convincente.
Fa un pò il Brunetta della situazione, ma la verve viene lasciata troppo spesso altrove.
Ruolo di secondo piano senza grandi acuti.
In coppia col collega Giacomo Rizzo regala più di un sussulto (la scena del loro arrivo a Milano è una delle più divertenti).
In coppia col collega Nando Paone regala più di un sussulto (la scena del loro arrivo a Milano è una delle più divertenti).
Nei panni di un collega di Alberto.
Poco da aggiungere.
Comprimario dal volto simpatico e poco altro.
Sotto utilizzato.
Vabbuò, canta sui titoli di coda, non recita (per fortuna).
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