Regia di Luca Miniero vedi scheda film
Voto: 5/10.
Pubblico: imdb 4,9/10 – mymovies (IT) 2,2/5 – filmtv (IT) 2,0/5
Critica: mymovies (IT) 2,3/5 – filmtv (IT) MEDIOCRE
Dizionari: farinotti 2/5
A posteriori non so quanto Dany Boon sia soddisfatto (escludendo il proprio tornaconto economico) della saga che si è generata al di qua delle Alpi nata dal suo “Bienvenue chez les Ch’tis”. Il capostipite francese non sarà stato certo un capolavoro assoluto (il recente “Intouchables-Quasi amici” ritengo sia ampiamente superiore) ma si trattava un prodotto ben confezionato e molto divertente (almeno nella versione originale, temo che il doppiaggio abbia se non rovinato quantomeno stravolto gran parte dei dialoghi). Il comunque evitabile adattamento italiano del 2010, copiando pari pari, si prese pochi rischi e, pur avendo una coppia di protagonisti (Bisio/Siani) non al livello di quella francese (Merad/Boon) e scegliendo di spingere il pedale su luoghi comuni e macchiette, se la cavò discretamente. Poi, per la serie che le buone (?) idee (??) non finiscono mai, si è pensato bene di raschiare il fondo del barile realizzando questo sequel davvero inutile di “Benvenuti al Sud”. La fiera dei clichè nazionali, se può essere sorvolata una prima volta, alla seconda rischia di irritare, e il tutto è molto più palese anche perché si ride davvero molto meno rispetto al capitolo precedente, a causa di una “sceneggiatura” debolissima, supportata da dialoghi smorti e sequenze più che assurde: non basta certo che sia originale e che non preveda parolacce, e in tal senso sarebbe ora che registi e attori smettessero di ripetere (forse giusto a loro stessi, magari per autoconvincersi) che codeste caratteristiche equivalgano ad un film di qualità. Tra le sequenze scult spiccano i litigi pre-trasferimento tra Siani e Lodovini con un tentativo, fallimentare, di retrogusto sociale, l’arrivo a Milano di Rizzo & co (e relativo “omaggio” a Totò che si starà ancora rigirando nella tomba) e il meeting nel palazzetto (davvero insulso). D’altra parte, se la partecipazione di V. Lodovini è sempre un motivo più che valido per recarsi in sala, a stagliarsi sull’orizzonte desertico (in entrambe le vesti) è ancora una volta A. Finocchiaro, protagonista (nei panni della nonna Erminia) con Scapece (S. Misticone) della sequenza migliore, il botta e risposta dialettale all’ultimo malanno. Purtroppo il resto del cast, P. Rossi incluso, è ridotto a figure ancora più collaterali e bidimensionali del solito (erano più espressive le sagome della famosa scena del pseudo-party di “Mamma ho perso l’aereo”). Non subisce peggioramenti di rilievo invece (sarebbe stato difficile) la messa in scena: forse però L. Miniero ha iniziato a guardarsi attorno, essendosi ritagliato un cameo come casellante autostradale. E’ già qualcosa…
La migliore, uno (come minimo) dei cinque punti del voto è solo per lei. Grande attrice, spero di vederla in pellicole migliori.
Sempre bellissima, ma il personaggio avrebbe meritato anche una tela e non solo la cornice.
Da molti elogiato, per me stanca alla seconda apparizione.
Rischia di essere meno odioso ne "L'amico di famiglia"... No, dai, simpatico.
Product placement stile "bollywoodiano alla milanese"
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