Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film
Non convince del tutto questo pur lodevole tentativo di unire una vicenda puramente teatrale con la vita reale (e dura,forse qui se ne vedono solo i riflessi) del carcere. Non per l'ottima prova degli attori, migliori nel loro non-professionismo di tanti titolati recitatori di professione, quanto per una certa indefinitezza nel decidere che strada prendere, quella della finzione o quella della realtà (tanto che in più di un'occasione non si capisce dove finisca o dove inizi la recita..). Anche la scelta pasoliniana del bianco e nero non trova piena giustificazione, sembra anzi quasi una forzatura per rendere il tutto meno indigeribile (e francamente, senza farne una colpa ai fratelli Taviani, la trasposizione televisiva di qualsiasi opera teatrale, senza una scenografia che qui ovviamente non era possibile, diventa un' impresa decisamente ostica). Giusto merito a chi si è trovato in un ruolo non suo, ma il film personalmente non mi ha entusiasmato al di la della lodevole "vetrina" di un mondo che troppe volte si vuole mantenere celato.
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