Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film
Curioso film dei Taviani, con continue mescolanze di verità e finzione, di teatro, di cinema, di letteratura, e di vita privata. Tanto che a volte non sai se l’attore (sono tutti galeotti) stia recitando, se stia improvvisando, se ce l’abbia con qualcuno veramente, se chi li dirige sia a sua volta un attore che recita…Film nel film, teatro nel film, altissima letteratura reinterpretata da dilettanti….caspita.
Il film in bianco e nero (la fotografia è FORMIDABILE) si avvale di attori non professionisti, ma tutti reclusi, e se è vero che l’arte nasce dalla sofferenza, o dalle sfighe varie, qua c’è una conferma, perché il cast è veramente bravo (si guardino i provini, ma saranno poi veri? Boh), con qualche punta di spicco.
Il film ha in nuce le stimmate del mattone, ma, grazie anche alla sua brevità, in realtà è una specie di documentario sperimentale piuttosto gradevole, e darò un bel 7.
Come è noto, questo film ha permesso all’Italia di trionfare nuovamente a Berlino, vincendo l’Orso d’Oro dopo una ventina di anni.
Cosa è passato per le loro teste? però ...funziona!
Cosa è passato per le loro teste? però ...funziona!
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