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Cesare deve morire

Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film

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La recensione su Cesare deve morire

di alan smithee
8 stelle

Un film nato da una folgorazione che trasforma due celebri fratelli cineasti ottuagenari, famosi e celebrati ma non certo innovativi stilisticamente, in due coraggiosi "giovani" sperimentatori di una fiction cinematografica che si fa contaminare pregevolmente dallo stile documentaristico, dalla rappresentazione teatrale, da un neorealismo d'altri tempi, reso sublime da un bianco e nero che esalta il grigiore delle mura disadorne del carcere di Rebibbia.
Pare infatti che i due cineasti, in seguito alla visione di una rappresentazione de La Tempesta di Shakespeare messa in scena da una compagnia di carcerati della nota prigione, abbiano avuto la felice intuizione da cui e' nato questo notevole piccolo film, premiato a sorpresa e con unanime soddisfazione all'ultimo Festival di Berlino.
Spesso sono le folgorazioni che fanno cavalcare la via dell'ispirazione, e qui i Taviani hanno lavorato di fino su una sceneggiatura che alterna con la massima naturalezza la rappresentazione della tragedia del grande drammaturgo sulle trame che hanno portato all'uccisione di Giulio Cesare, a flash che mostrano piu' che altro stati d'animo e sentimenti dei singoli carcerati scelti per interpretare l'opera. Bellissima e quasi geniale la scelta di presentarci i singoli protagonisti attraverso il provino con cui il regista della rappresentazione procede nella scelta del cast: ogni detenuto deve comunicare i propri dati anagrafici secondo due stati d'animo, uno nostalgico, proprio di una situazione di addio o di abbandono, l'altro in una situazione concitata e di rabbia. Ne esce uno dei momenti piu' emozionati e intensi in cui molti dei candidati attori ci sorprendono per intensita' espressiva e profondita' dei loro volti, scavati e scolpiti dalle intense turbolenze che hanno caratterizzato le loro singole e spesso drammatiche esistenze. Uomini che non si celano davanti ad un comodo anonimato, ma si aprono al pubblico con un orgoglio e una tenacia che lasciano sorpresi e commossi al contempo.
La loro recitazione e' eccezionale e tutt'altro che improvvisata o lasciata al caso, accompagnata da una bella ed efficace musica di sottofondo che rende magica anche l'atmosfera lugubre di quattro mura spoglie di duro cemento.

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