Regia di Fausto Brizzi vedi scheda film
Mi aspettavo peggio, anche perché l’argomento (il sesso) si prestava al meglio per uno scatafascio in piena regola ed in effetti questa commedia, oltre che innocua, è pure bruttina, ma se non altro non è tutto da buttare ed in fondo, almeno per me, questo rappresenta già un risultato inaspettato.
Andrea (Fabio de Luigi) e Giulia (Claudia Gerini) sono sposati da quasi vent’anni e vivono felici con un unico problema, ovvero la mancanza di fantasia, e di qualità, nei loro rapporti sessuali.
L’arrivo di Max (Filippo Timi), pornostar di fama internazionale ed amico di Giulia, è l’occasione per ricevere dei consigli validi per uscire dall’impasse, ma a volte basta un semplice malinteso per rischiare di rovinare tutto quanto.
A sorpresa il film di Fausto Brizzi non parte male, l’antefatto con protagonisti i fratelli Lumiere è tutto sommato simpatico ed anche il passaggio successivo, l’introduzione al tema più parlato del mondo, ovvero il sesso, strappa più di una risata (a parte la nota che vede i film d’autore come visione cinematografica migliore per fare le sporcacciate con la scusa che non disturbano), ma ben presto si rientra nei canoni più scontati che in ogni caso per buona parte si mantengono su livelli decorosi, almeno rispetto alla categoria competitiva nella quale il film rientra (con comunque momenti scialbissimi alternati a qualche scena più vispa).
Certo trovare un maschio 40enne come Andrea che ha tutte queste remore semplicemente ad affrontare la parola sesso mi pare un po’ demodè (semmai è più attinente la figura della coppia di amici, sessualmente spavaldi), ma poi Fabio De Luigi ha i modi giusti per risultare credibile (anche se per quanto detto un po’ fuori tempo massimo) e se Filippo Timi pare un po’ troppo impostato per la situazione, Giorgia Wurth può andare a briglia sciolta.
Il vero patatrack avviene però nell’ultima mezz’ora, il finale romantico (per giunta doppio visto che riguarda oltre la coppia anche il figlio della stessa), con l’incontro programmato odora di falso e posticcio lontano un chilometro e tutta la costruzione eretta intorno, a partire dall’incontro nella dark room, presenta falle da tutte le parti.
Dunque il film di Fausto Brizzi palesa parecchi difetti facile da pronosticare, ma almeno possiede qualche idea, troppo poco per meritare una promozione, ma sufficiente per non essere considerato uno scult assoluto (come comunque per alcuni motivi è, visto che in fondo è un mix piuttosto trasandato).
Ingenuo (o forse semplicemente finto?).
Parte (fin troppo) bene, regge (in qualche modo) per circa un'ora, precipita veramente in basso nell'ultima mezz'ora.
Nel complesso insufficiente.
Ostenta simpatia ed in buona parte comunque riesce a strappare qualche risata, ma quando il film lo abbandona c'è poco da fare.
Sufficiente.
Fa quel che può, ma in un ruolo del genere un'attrice valeva l'altra.
Trascurabile.
Francamente non ho capito il senso della sua partecipazione, a partire dal fatto che il suo ruolo stona spesso per come è argomentato e che produce il peggio nell'ultima mezz'ora.
Facciamo finta di non aver visto?
Sta al gioco (puttanesco) senza farsi troppi problemi.
Quasi sufficiente.
Come presenza ci sta, poi il film non lo aiuta di certo.
Lo salvo.
Poveretta ...
Caruccia.
Nel complesso è almeno un pò simpatico e strampalato.
Fa quel poco che deve.
Incursione che non so se definire doverosa o evitabile.
Non è chiamata ad incidere, per cui potremmo anche perdonarla.
Solito tamarro, ma almeno è senza arte ne parte.
Poco da dire a riguardo.
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