Regia di Fausto Brizzi vedi scheda film
Brizzi back in action con un'idea che, in fondo, non era interamente da buttare. Niente di originale, Dio ce ne scampi, ma la figura del porno king come terapista di coppia poteva dare luogo ad un film finalmente scorretto e malizioso. Invece? Inutile dirlo ma "Com'è bello far l'amore" - titolo peraltro orrendo - si rivela come l'ennesima operazione truffaldina ai danni di spettatori sempre più anestetizzati da ipocrisie sentimentali e moralismi da happy end che distraggono dalla merda che attualmente ci sovrasta. Comodo, ruffiano e patetico al tempo stesso, questo cinema italiano parla di famiglie che non ci appartengono e di dinamiche sentimentali che poco o nulla hanno a che vedere con la cruda realtà. Ancora una volta, l'anticristo della commedia nostrana, riesce ad attaccarci il classico pistolotto sui sani principi che regolano il rapporto di coppia. Peccato che i suoi personaggi siano di una superficialità disarmante e che la parole passione e trasgressione non siano altro che un miraggio in un deserto di banalità. Nonostante la patina piccante, infatti, l'eros latita come non mai e non basta un numero di burlesque con la Gerini a ridestarci da un torpore stile bromuro. Inadeguati De Luigi e la Wurth, macchiette stereotipate di un teatrino povero d'idee e quasi completamente privo di humor. Vagamente meglio Timi, paradossalmente più misurato del solito ma comunque vittima di un copione indegno.
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