Regia di Romain Gavras vedi scheda film
Non è certo un film che passa inosservato questo “Notre jour viendra” di Romain Gavras, sicuramente della tipologia destinata a far discutere (o meglio dire “farebbe”, visto che almeno in Italia è passato male (solo in dvd al momento) e quasi del tutto invisibile), molto forte per il contenuto, per quegli scatti di violenza e di cattiveria purissima che però a forza di arricchirsi del “nulla” fatica a completarsi.
Remy (Olivier Barthelemy) è un ragazzo disagiato, vessato da tutti che quando s’imbatte nel violento e sicuro di se Patrick (Vincent Cassel), che tende a fargli da maestro di vita, fugge insieme a lui, col sogno di arrivare in Irlanda, terra dove chi ha i capelli rossi come lui non viene trattato come un diverso.
Ma sarà un viaggio dalle tinte sempre più fosche ed incontri sempre più pericolosi.
Un’opera da prendere con le pinze, capace di scatenare pulsioni assai distanti, che propone un percorso sempre più tortuoso, un vero viaggio verso un altro mondo (di speranza), ma soprattutto, nella sotanza, verso l’inferno in terra.
In generale il taglio scelto dal regista è particolare, riesce ad essere disturbante a partire da situazioni micro per poi arrivare al raggelamento vero e proprio, ma soprattutto nella seconda parte, quando si sceglie di alzare il tiro, scatenando la follia rischia di apparire più pretenzioso che cosciente dei propri mezzi.
Vi è un accumulo di esagerazioni, di visioni empiriche (senza averne tutte le possibilità), un vero e proprio delirio (anche se, rimanendo nel campo della violenza e della visionarietà un “Assassini nati” rimane di un altro mondo) con poi uno scatto contrapposto a chiudere, violento per lo scarto, un modo comunque attendibile per terminare la vicenda laddove il sogno, un po’ fanatico e scombinato, non può essere portato a compimento.
Inquietante Vincent Cassel, soprattutto quando, verso la fine, appare in versione rasata a zero, che fa il paio col più giovane Olivier Barthelemy, entrambi calati nella follia, e nel suo accrescere, durante il corso della storia.
Opera estrema, con alcuni tratti sconvolgenti e molti di forte impatto morale (negativamente) che disturba e non lascia di certo indifferenti (nel bene o nel male non passa in modo indolore), ma che appare anche non sempre coesa.
Faticoso.
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