Regia di Eduardo De Filippo vedi scheda film
Napoletani a Milano arriva una sessantina di anni prima delle "opere" di Siani e Bisio, trent'anni prima dei libri e dei film di Luciano De Crescenzo, ma anche qualche annetto prima di Totò, Peppino e la... malafemmina.
Lo sguardo acuto di Eduardo prende ad oggetto le differenze caratteriali (verrebbe quasi da dire, per l'epoca, etnologiche) tra napoletani e milanesi, evidenziandole, anche a scopo umoristico, in una storia con spunti di lotta di classe, ma che si risolve anche in una conclusione corporativistica e paternalistica, dove alla fine i capitalisti e gli operai comprendono che il bene comune risiede nella cooperazione tra le due classi sociali, oltre che nella convivenza proficua tra napoletani e milanesi, gli uni con il loro sole e gli altri con i loro panettoni.
È apprezzabile lo sforzo di Eduardo di fare un cinema che non sia pura e semplice riproposizione filmata del proprio teatro, ma vero e proprio cinema, che sta in piedi con le proprie forze, nonostante che qualche personaggio non riesca ad uscire dalla dimensione macchiettistica e, in ogni caso, dallo stereotipo della poetica eduardiana: il professore, il sindaco rionale ecc.
Pur con minore carica d'intellettualismo ci si richiama in qualche modo anche a Miracolo a Milano e l'insieme, tutto sommato, funziona più che dignitosamente.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta