Regia di Daniele Vicari vedi scheda film
Il cinema che vuole essere socialmente partecipe parte debole in partenza: l'indignazione che trasporta Vicari è troppa, e non riusciamo ad osservare con oggettività un evento storico, sotto altri punti di vista ben rappresentato. Non viene messo in dubbio nulla, nonostante il grande senso di perdita e di insicurezza che comunica la rudezza del comportamento delle forze armate. E come vuole comunicare il film con il sottotitolo, il sangue servirà per ricordare. La violenza che viene fuori dalle scene dell'incursione nella scuola è davvero forte e cruenta, a tratti insostenibile, accompagnata da una regia violenta e in costante movimento. I personaggi messi in scena sono persone normali, vittime di un'ingiustizia, forse individui fin troppo innocenti. Far conoscere è giusto, ma ci vuole qualcos'altro, una tesi, un parere oggettivo che scandagli una realtà più in profondità, e Vicari non ne è mai stato capace, a dirla tutta. Questo è il suo miglior film, infatti, nel bene e nel male.
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