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Diaz

Regia di Daniele Vicari vedi scheda film

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La recensione su Diaz

di ethan
8 stelle

Non è facile giudicare un film come 'Diaz' di Daniele Vicari senza tener conto di tutto quel che è successo dal luglio del 2001 fino allo scorso 2 ottobre, quando sono uscite le motivazioni della Corte di Cassazione, che, tra le altre cose, afferma: 'la condotta violenta della polizia nell'irruzione alla scuola Diaz ha "gettato discredito sulla Nazione agli occhi del mondo intero". Inoltre i supremi giudici evidenziano che gli imputati hanno dato vita ad una "consapevole preordinazione di un falso quadro accusatorio ai danni degli arrestati, realizzato in un lungo arco di tempo intercorso tra la cessazione delle operazioni ed il deposito degli atti in Procura".
Il film di Vicari, uscito prima che il terzo grado fosse concluso, è un documento di rara intensità e violenza a tratti quasi insostenibile, dove la sequenza centrale della cosiddetta 'macelleria messicana', dai risvolti horror, in cui è rievocata l'irruzione delle Forze dell'Ordine, fa da collante a tutte le microstorie fino a quel momento narrate.
Qui sta proprio il 'cuore' del film e anche la parte più riuscita: la mattanza, che nella realtà durò 9 minuti, è dilatata dal moltiplicarsi degli sguardi delle persone che sono coinvolte, da una parte e dall'altra, ed è costituita in prevalenza da urla, manganellate e sangue che scorre a fiotti.
La preparazione di questo atto è stato costruita dal regista con grande precisione, mostrando prima la tensione accumulatasi il giorno prima, poi la collutazione mancata tra la Polizia e alcuni manifestanti, con il lancio della famosa bottiglia, ripresa al ralenti e mostrata più volte nel corso del film, che, agli atti del processo, è stata descritta come la causa scatenante della rappresaglia e successivamente l'arresto, la detenzione e poi l'espulsione dal nostro paese della maggior parte degli sventurati della Diaz.
Nel suo insieme ritengo l'opera di Vicari di buona fattura ma non esente da alcuni difetti: l'anzidetta scena della bottiglia, più volte reiterata, la trovo un tantino ridondante; la delineazione di alcuni personaggi mi sembra monodimensionale e più mutuata da certa fiction nostrana: i poliziotti, eccezion fatta per l'ondivago vice questore di Claudio Santamaria, sono tutti uguali, dal personaggio di Mattia Sbragia fino all'ultimo agente, come del resto lo sono anche i manifestanti del Genova Social Forum. Alcune sfumature avrebbero giovato.
Un ultimo elemento a favore della pellicola è la suggestiva musica di Teho Teardo, un vero e proprio valore aggiunto che contribuisce a creare un'angoscia ancora maggiore, specie nelle sequenze conclusive.
Voto: 7/8.

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