Regia di Daniele Vicari vedi scheda film
La violenza genera violenza, la storia dell'umanita' non ci ha insegnato che questo. Non e' necessario essere preti per capirlo. Daniele Vicari ci racconta, con una cronaca volutamente ossessiva, fatta di ripetizioni ad ellissi che procedono quasi all'indietro, i fatti drammatici che caratterizzarono il G8 genovese del 21 luglio 2001. Forse per farci rendere conto dell'insensatezza di tutta quella vicenda, per meglio rappresentarci la crescente cattiveria istintiva che si annida nell'animo umano, che ci rende ben peggio di una bestia senza ritegno (la nostra storia, remota e recente, e' tragicamente piena di genocidi e sopraffazioni). In un momento in cui il mondo era gia' molto all'erta per un timore diffuso di attentati (quasi un presagio dei fatti dell'11 settembre cosi' incredibilmente vicini e al confronto dei quali questo puro orrore italiano riesce persino, anche se fa vergogna solo pensarlo, a sembrare solo un brutto scherzo), il massacro indiscriminato degli occupanti della scuola Diaz, e poi le violenze perpetrate nella casema di Bolzaneto sono raccontati da Vicari con un realismo spiazzante che si trasforma poi in una rappresentazione orrorifica (nel senso letterale di film dell'orrore) della folle barbarie che si e' scatenata da parte di un gruppo di forze dell'ordine dall'iniziativa (una sorta di "violenza preventiva" dagli intenti dissuasivi) degenerata in brutalita' gratuita e senza senso, sadismo da Stato di polizia tipico di regimi assoluti non proprio "occidentali".
Qualche debolezza il film, peraltro molto riuscito, la presenta con l'accumulo di troppi personaggi minori, alcuni forse superflui e poco centrati, poco sviluppati (qualche genitore di troppo, fidanzata di troppo, ragazzini francesi piangenti di troppo) che non servono ne' aggiungono valore alla pellicola, ma anzi smorzano il fragore di certe situazioni drammatiche della rappresentazione di quell'orrore.
Ecco infatti che Diaz mi pare in definitiva un film riuscito in quanto rappresentazione lucida ed esemplare dell'orrore della degerazione dell'animo umano, di quell'essere che si reputa intelligente ma che diventa troppo spesso bestia e compie brutalita' che una bestia non sarebbe in grado nemmeno di concepire.
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