Regia di Paolo Genovese vedi scheda film
Dopo la (nuova) maturità, Luisa, Francesca, Piero, Virgilio, Lorenzo, Eleonora e Giorgio (con al seguito la moglie Marta), si rinfrancano dalle fatiche scolastiche in un’isoletta della Grecia, dove le intenzioni sono quelle di tornare a fare i ragazzini trasgressivi e sregolati, nonostante i 40 anni sulla carta d’identità, per recuperare l’occasione perduta vent’anni prima.
“Immaturi – Il viaggio” è un contenitore di tematiche importanti, serie e semiserie, tracciate con un pennello sapiente e deciso, in cui i quarantenni non cercano il sesso ad ogni angolo, non tradiscono impunemente, non si perdono in sciocchezzuole di qualsivoglia natura, ma sono ancorati alla terraferma e rimangono, nonostante il contesto godereccio, coerenti con la propria personalità. Il tradimento, la malattia, il rapporto matrimoniale, la solitudine e la sindrome di Peter Pan sono tutte tematiche tratteggiate con una certa profondità ed un grande stile. Il seguito di “Immaturi”, doveroso visti gli incassi e gli umori dei critici, si riconferma dopo i successi dell’archetipo. E Paolo Genovese alla regia, insieme agli sceneggiatori, fanno un lavoro egregio, costruendo una storia matura ed interessante e tessendo trame adeguate ai personaggi. Nulla da dire sulla bontà di questo prodotto, a parte qualche forzatura nella scrittura (se si esclude la madre di Lorenzo, tutto il resto dei personaggi conosciuti finisce prima o poi, per una ragione o per l’altra, su quell’isola ed in quella settimana). È il cinema d’intrattenimento che ci vuole, perché intelligente, profondo (e pure recitato bene). Altro che spin-off zelighiani o cinepanettoni: i film di Genovese sono il meglio che la produzione della commedia italiana odierna possa offrire. E passino i detestabili dettagli sullo sponsor di turno o il gran finale in stile “volemose bene”: “Immaturi 2” è, così come l’archetipo, una scommessa vinta.
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