Regia di Paolo Genovese vedi scheda film
Il gruppo di macchiette generazionali che avevano animato il primo deplorevole episodio della saga (si fa per dire) di "Immaturi", ritorna per un viaggio post-maturità in Grecia, con vent'anni di ritardo. Prevedibili implicazioni sessual-sentimentali-goliardiche contribuiranno a frangervi i cosiddetti fino al definitivo sminuzzamento, al termine di due lunghissime, interminabili, ore. Problema: se avete trovato orribile il primo episodio, coerentemente, gli avete affibbiato 1 (una) stella di giudizio finale e poi guardate il sequel e vi rendete conto che è anche peggio... che cavolo di voto gli date, se 1 (una) stella è già il minimo? Già... perché "Immaturi: il viaggio" è un'operina letteralmente sconsolante, popolata da personaggi ridicoli e caricaturali che fanno cose stupide ed imbarazzanti sullo sfondo di belle cartoline greche. Se "Immaturi" non vi aveva fatto ridere, tranquilli: con "Immaturi: il viaggio" non cambierà nulla ma questa volta, perlomeno, la cosa è voluta, dal momento che Paolo Genovese ha tentato di conferire alla sua pellicola abbondanti dosi di agrodolce, finendo per rendere ulteriormente tedioso il risultato finale che, immagino, abbia scontentato anche chi aveva apprezzato il primo film e dal sequel pretendeva soltanto quattro risate in leggerezza. Cast al solito abbondante ma senza grandi guizzi: se nel primo episodio il compito di strappare qualche risata era stato affidato ai duetti tra Memphis e Mattioli, questa volta le gag "migliori" (vabbe'...) sono quelle di Luca Bizzarri, mentre Anita Caprioli e Paolo Kessisoglu tentano la carta della malinconia con esiti non del tutto indegni. Poca roba, intendiamoci, ma, nell'insieme, sembra comunque che l'operina abbia avuto un buon successo, indi per cui il pericolo di un terzo episodio esiste ed è concreto. Vabbe', finiamola qui, che ho sprecato fin troppo tempo: una stella. Meno meno.
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