Regia di Luis Buñuel vedi scheda film
Tratto da un romanzo di Michel Veber, sceneggiato dall’esperto Mauricio Magdaleno, questo Gran casinò è il primo effettivo lungometraggio a soggetto di Luis Bunuel, a quasi vent’anni dall’esordio fragoroso con Un chien andalou (1929). Purtroppo bisogna immediatamente constatare che in questo caso si tratta di un lavoro assolutamente alimentare, di nessuna consistenza sul piano contenutistico e formalmente corretto, ma certo ancora piuttosto lontano dagli standard che il regista piano piano raggiungerà. Comincia – quantomeno si può dire questo – l’analisi spietata dei conflitti di classe, estremizzati in una società non particolarmente avanzata come quella messicana, con un Bunuel già dalle idee piuttosto chiare nelle caratterizzazioni dei personaggi: così come i poveri o i più sfortunati sono innocenti, allo stesso modo i benestanti che sguazzano nel lusso hanno sempre evidenti colpe, sia materiali che morali. Non c’è molto altro da ricordare in questo melodramma banalotto: è il primo film girato in Messico per il regista, ma è anche un lavoro, per usare un termine generico, di transizione, cioè di puro allenamento in vista di tempi e proposte migliori. 5/10.
Josè Enrique è il padrone di un pozzo petrolifero che, in un paesino messicano, dà lavoro a parecchie persone. Un giorno, dopo essere stato al locale casinò, l'uomo sparisce. Sopraggiunge la sorella, intenzionata a scoprire la verità.
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