Regia di Donald Petrie vedi scheda film
Il film che, a modesto avviso di chi scrive, rende la miglior Julia Roberts possibile è questa deliziosa commedia che vede l'allora ventenne attrice agli esordi in un ruolo da protagonista.
Felicemente diretto da Donald Petrie, questa pellicola è la dimostrazione come a volte si riescano a trovare gioielli nascosti nelle pieghe di quello che viene (più o meno giustamente) definito il cinema del disimpegno.
Una commedia senza troppi fronzoli eppure che riesce ad ammaliare (magari qualcuno penserà che ad ammaliarmi sia stata Julia Roberts.....non me la sento di difendermi da questa accusa che ha sicuramente un fondo di verità, lo ammetto,e passo oltre), la storia semplice di tre ragazze, di modesta estrazione sociale e di origini portoghesi, amiche per la pelle anche se molto diverse tra loro.
Le sorelle Kat (una giovanissima Annabeth Gish) e Daisy (la spumeggiante Roberts) sono quanto di più diverso si possa immaginare, giudiziosa e brava bambina la prima con velleità culturali che la portano a sognare un futuro all'Università, decisamente più estroversa la seconda come dimostra la celebre scena in cui si mette a giocare a biliardo fasciata in una minigonna nera finendo per attirare parecchie attenzioni (dentro e fuori la pellicola).
Tra le due, legatissime nonostante le diversità caratteriali, si fa notare la “peperina” Jo Jo, (simpaticissimo ruolo per Lili Taylor) che ha un non facile rapporto con il fidanzato pescatore Bill (Vincent D'Onofrio, anche lui ben calato nel proprio ruolo) il quale, in controtendenza con i luoghi comuni che vogliono l'uomo cacciatore e la fanciulla preda, vorrebbe che la storia con la fin troppo bollente fidanzata assumesse i toni di una relazione più stabile e sicura.
Il collante per le tre amiche è il lavoro: sono cameriere nel ristorante di Leona (Conchata Ferrell), padrona amabile che per le fanciulle è una sorta di seconda mamma, rinomato per la pizza (da cui il titolo del film).
Non tutto ovviamente scorre liscio, l'amore si manifesta per Kat sotto le vesti di un fascinoso professore in vacanza con figlioletta, in attesa di essere raggiunto dalla moglie.
E cosa fa il bel tipo per ingannare l'attesa? Assume Kat come baby sitter (un'entrata extra è ben gradita in vista dell'Università) e mette su una bella tresca nella quale l'ingenua ragazza cade come una pera cotta (e che ovviamente finirà con l'arrivo della legittima consorte, lasciando la povera Kat in un mare di lacrime.....come sempre in questi casi).
D'altro canto la più smaliziata sorella cede alle lusinghe di un ragazzo danaroso in vacanza, ovviamente infelice nonostante i soldi e ovviamente in lite con la famiglia, che finisce per coinvolgerla in una relazione culminante in una cena di presentazione alla di lui famiglia, molto wasp, che in un crescendo di imbarazzo farà spiccare le differenze sociali in tutto il loro stridente contrasto
Ma la pizza a Mystic è davvero buona, se ne accorgerà anche un celebre critico culinario e non aggiungo altro perché si va verso un finale dove a prevalere sono i buoni sentimenti, buoni come la fragrante pizza di Leona.
Un finale dove forse tutto è un po' troppo “aggiustato” rispetto alle amarezze della vita, d'accordo, ma un film come questo che ti permette di passare una serata di tranquillità e che ti fa pensare che le cose anche quando sembrano andare per il verso sbagliato alla fine si raddrizzano quasi da sole, una film così dicevo ha indubbiamente dei meriti, e io glieli voglio riconoscere tutti.
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